Luciano Peirone ed Elena Gerardi, autori del libro "Anoresia rabbiosa: la ribellione muta e i sentimenti repressi" sono intervenuti sul suicidio della mamma della modella Isabelle Caro, di recente scomparsa per anoressia.
"Talvolta, anche un genitore (di solito quello maggiormente coinvolto nel rapporto con il figlio anoressico)", dicono i due autori, "non ce la fa a reggere il tremendo impatto con la malattia della propria creatura, alla quale aveva dato vita. La non infrequente insolubilità del problema anoressico fa allora esplodere il disperato senso di colpa e di inadeguatezza, la tremenda sensazione di impotenza, soprattutto quando la morte del figlio ha sancito definitivamente il fatale verdetto".
"Emerge, a questo punto, in modo chiaro", continuano, "quanto Malessere e quanto Male possano esistere nell’anoressico e nei suoi genitori. Emerge, in tutta la sua dilatata espressione, il nocciolo duro, durissimo della anoressia: malinconia, disperazione, rabbia inconscia, rabbia non correttamente espressa, sentimenti buoni pressoché azzerati, aggressività coltivata in silenzio, aggressività rivolta all’esterno (odio, aggressione agita), aggressività rivolta all’interno (sentirsi colpevoli, sentirsi depressi, sentirsi senza via di scampo), tentativo di suicidio, suicidio riuscito".
L'intervento completo è sul sito di Edizioni Psiconline, nella sezione comunicato stampa.
"Talvolta, anche un genitore (di solito quello maggiormente coinvolto nel rapporto con il figlio anoressico)", dicono i due autori, "non ce la fa a reggere il tremendo impatto con la malattia della propria creatura, alla quale aveva dato vita. La non infrequente insolubilità del problema anoressico fa allora esplodere il disperato senso di colpa e di inadeguatezza, la tremenda sensazione di impotenza, soprattutto quando la morte del figlio ha sancito definitivamente il fatale verdetto".
"Emerge, a questo punto, in modo chiaro", continuano, "quanto Malessere e quanto Male possano esistere nell’anoressico e nei suoi genitori. Emerge, in tutta la sua dilatata espressione, il nocciolo duro, durissimo della anoressia: malinconia, disperazione, rabbia inconscia, rabbia non correttamente espressa, sentimenti buoni pressoché azzerati, aggressività coltivata in silenzio, aggressività rivolta all’esterno (odio, aggressione agita), aggressività rivolta all’interno (sentirsi colpevoli, sentirsi depressi, sentirsi senza via di scampo), tentativo di suicidio, suicidio riuscito".
L'intervento completo è sul sito di Edizioni Psiconline, nella sezione comunicato stampa.
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