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Bambini perfetti

Bambini perfetti. Una evoluzione del concetto di Falso Sé

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Al mondo ci sono persone che sembrano ottenere gloria e riconoscimenti senza troppa fatica, da tutti invidiati e presi a modello, ma che nessuno riesce ad avvicinare tanto sono centrati su loro stessi. Inspiegabilmente cadono in tragiche depressioni, assurde e incomprensibili per chi pensava di conoscerli bene. Poi ci sono coloro che, pronti a disprezzare gli altri, oscillanti fra la depressione e la maniacalità, fanno dell’antisocialità uno scudo per combattere solitari in un mondo che è irrimediabilmente contro di loro. Infine c’è chi convive quotidianamente a fianco di dipendenze da droghe, sette o manie.

Indice
    Introduzione
    Capitolo 1 - Il concetto di Sé
    Significati generali del termine "Sé"
    Il concetto di Sé in psicoanalisi
    Il concetto di Sé in Winnicott
    Capitolo 2 - Introduzione a D.W.Winnicott Aspetti teorici generali
    La madre sufficientemente buona e l'ambiente
    Dall'onnipotenza all'indipendenza
    L'esperienza transizionale
    Il gioco e la creatività
    Confronti tra Winnicott ed altri autori
    Applicazioni attuali della teoria winnicottiana
    Capitolo 3 - Il concetto di falso Sé in Winnicott
    Problemi relazionali e falso Sé
    I concetti di vero e falso Sé
    Strutturazione e caratteristiche del falso Sé
    Approfondimenti ed aspetti collegati al falso Sé
    Capitolo 4 - Critiche ed integrazioni al concetto di falso Sé
    Critiche al modello winnicottiano
    Il falso Sé oltre Winnicott: gli adulti
    Il ruolo dell'artista e dell'attore
    Alice Miller: l'anello di congiunzione tra falso Sé e Tipo A
    Capitolo 5 - Dal falso Sé al Tipo A
    Il ruolo dello stress e il Tipo A
    Collegamenti evolutivi tra falso Sé e Tipo A
    Conclusioni
    Bibliografia

Introduzione

"Nel presente lavoro è affrontato il tema del falso Sé a partire dalla teoria di D.W. Winnicott, autore cui ne spetta il riconoscimento della formulazione originaria. L’obiettivo principale consiste in un approfondimento dell’argomento in oggetto attraverso alcune critiche ed integrazioni teoriche, all’interno delle quali è posto il tentativo di collegare evolutivamente il tema del falso Sé con il concetto di configurazione comportamentale di Tipo A.
Il concetto di falso Sé delinea un complesso problema evolutivo alla base del quale si pongono bambini che, cercando di apparire estremamente accondiscendenti, in realtà rinunciano alla propria spontaneità.
Attraverso l’implicita richiesta di assumere determinate caratteristiche socialmente accettabili, gli adulti e i genitori, in particolare, possono condurre il figlio ad alimentare il proprio orgoglio tramite un comportamento che mostri compiacenza, ubbidienza e capacità superiori alla norma ma che, in ultima istanza, implica il soffocamento della personalità autentica del bambino. Nella vita adulta questo evolverà in determinate forme, ad esempio l’estenuante ricerca di gloria e successi, oppure specifici episodi alla base dei quali si situa la maniacalità. In particolare, la caratteristica falso Sé così formatasi può essere ricondotta alla configurazione comportamentale Tipo A propria della vita adulta, caratterizzata dall’estrema dedizione al lavoro e correlata alla possibilità di provocare disturbi coronarici.
Il bambino, il quale inizialmente percepisce ed impara che sarà amato proporzionalmente alla capacità di adattarsi alle richieste e ai desideri degli adulti, crescendo continuerà a sacrificare la propria spontaneità facendosi carico delle richieste provenienti dal mondo relazionale; apparendo diligente, educato e rispettoso sarà per questo lodato e considerato ottimamente inserito nell’ambiente. Questo modello evolverà nel corso dello sviluppo, adattandosi alle richieste dei pari nell’adolescenza e, nella vita adulta, mutando l’obiettivo verso la ricerca di uniformarsi agli schemi sociali prevalenti, tra cui si situa il tentativo di ottenere molteplici e strabilianti successi nella società, negli sport o in altre attività. In questo modo, la richiesta di dimostrazioni da parte del figlio quali il saper danzare, disegnare o comunque l’eccellere in uno o più ambiti, segna l’inizio di un processo evolutivo che manterrà la costante del continuo bisogno di apparire impeccabili, unici ed eccezionali.
Tale scritto si situa in un contesto di matrice psicoanalitica non ortodossa, ovvero presenta rispetto a questa vari elementi di accordo e non in gran parte tipici della teoria winnicottiana e meglio esplicati nel corso della trattazione. Il linguaggio, soprattutto psicoanalitico, subisce graduali mutazioni nell’esposizione di parti non direttamente attinenti alla psicoanalisi ma a questa ricollegate.
Rispettando le critiche passate e attuali poste nei confronti della teoria psicoanalitica, sono stati tenuti in considerazione elementi particolarmente in disaccordo rispetto ad altri orientamenti, soprattutto per quanto riguarda la parte puramente ortodossa e freudiana. Allo stesso modo, sono stati trattati in un’ottica comparativa aspetti non psicoanalitici che si prestano ad essere paragonati e studiati rispetto a questa teoria.
Nel primo capitolo è esposto il significato che assume il concetto di Sé all’interno di varie teorie psicologiche e psicoanalitiche. Questa breve analisi fonda una base su cui innestare il tema aggiuntivo del falso Sé.
Il secondo capitolo affronta la teoria winnicottiana nei suoi aspetti generali e comparativi rispetto ad altri autori. L’ampio spazio dato a Winnicott è giustificato dal bisogno di specificare il campo evolutivo all’interno del quale si muove il presente lavoro. In questo capitolo abbiamo inoltre ricercato elementi appartenenti a teorie attuali ricollegabili a tale autore.
Nel terzo capitolo il concetto di falso Sé è trattato in relazione al pensiero di Winnicott, ovvero soprattutto come problema evolutivo scaturente da determinate dinamiche relazionali. In tale ottica assumono un ruolo fondamentale le primissime interazioni madre-bambino ed il processo che porta all’individuazione e al riconoscimento della propria esistenza.
All’interno del quarto capitolo sono esposti vari elementi di critica ed integrazione rispetto al tema del falso Sé winnicottianamente inteso. L’esaustiva analisi dell’infanzia offerta da Winnicott è abbinata alla trattazione di probabili aspetti dell’argomento in oggetto riscontrabili nella vita adulta; in particolare, è presente una proposta riguardante relazioni sentimentali nelle quali si presentano soggetti falso Sé. Oltre all’esposizione di critiche rivolte alla collocazione evolutiva della dinamica scaturente il falso Sé, motivate dal confronto con ricerche riguardanti aspetti quali il fenomeno dell’amnesia infantile, e rispetto al ruolo apparentemente determinato e immutabile della madre winnicottianamente intesa, è stato ripreso parte del pensiero di Alice Miller che, sebbene generalmente criticabile riguardo a vari aspetti trattati nel corso dell’esposizione, ha apportato al tema del falso Sé innovazioni di rilievo.
Nell’ultimo capitolo la configurazione comportamentale di Tipo A, un insieme di caratteristiche studiate in relazione alla possibilità di contribuire all’insorgenza o al mantenimento d’affezioni coronariche, è posta in relazione con il falso Sé come descritto da Winnicott e integrato da innovazioni e critiche avanzate nei precedenti capitoli. Nel dettaglio, all’interno del capitolo si trova la proposta innovativa di considerare la configurazione comportamentale di Tipo A come aspetto collegato o derivato da una problematica evolutiva descritta nel presente scritto tramite il concetto di falso Sé.
Questo libro potrà essere letto sia come analisi critica di un concetto psicoanalatico che come collegamento tra argomenti riguardanti periodi della vita differenti e trattati in maniera approfondita da prospettive teoriche diverse.
Lo stile narrativo mantenuto nel corso del presente lavoro è basato su un procedimento di trattazione che parte da elementi generali ed introduttivi per giungere al singolo argomento. Seguendo tale procedura, ogni aspetto è inserito in un preciso ambito storico e teorico in modo da permettere un’esposizione dettagliata e non vincolata da svariate esplicazioni intertestuali delle caratteristiche generali di quanto trattato."

Quarta di copertina

Al mondo ci sono persone che sembrano ottenere gloria e riconoscimenti senza troppa fatica, da tutti invidiati e presi a modello, ma che nessuno riesce ad avvicinare tanto sono centrati su loro stessi. Inspiegabilmente cadono in tragiche depressioni, assurde e incomprensibili per chi pensava di conoscerli bene. Poi ci sono coloro che, pronti a disprezzare gli altri, oscillanti fra la depressione e la maniacalità, fanno dell’antisocialità uno scudo per combattere solitari in un mondo che è irrimediabilmente contro di loro. Infine c’è chi convive quotidianamente a fianco di dipendenze da droghe, sette o manie.

Ma chi sono veramente queste persone? Come mai hanno dovuto trovare strategie così tanto dolorose per poter sopravvivere? Chi si nasconde dietro queste immagini che ricordano (se addirittura non lo sono di professione) attori pronti a cambiare parte se la situazione lo richiede, quando meno gli altri se lo aspettano? Cosa si nasconde di tanto inquietante dietro l’iperattività di manager e persone di successo costantemente in competizione e preoccupate dal non avere abbastanza tempo a disposizione?

Nel mare delle diversità attuali si trova una luce che hanno visto tutti, un’infanzia che li accomuna e che a suo tempo ha inesorabilmente segnato il loro futuro:da bambini, ubbidienti e dotati di capacità superiori alla norma, alimentavano l’orgoglio dei genitori: erano “perfetti”, i più bravi e diligenti di tutti.

L'autore

Manuele Matera è psicologo libero professionista e svolge attività privata nelle province di Pistoia e Firenze.
Collabora con Vertici Network di Psicologia e scienze affini e con la Scuola di Psicoterapia Comparata di Firenze presso la quale è specializzando in psicoterapia.
Ha lavorato nell’ambito della tossicodipendenza, dei disturbi del comportamento alimentare e all’interno di progetti inerenti il tema della genitorialità; esperto di informatica, da sempre si interessa in maniera attiva al rapporto tra psicologia e nuove tecnologie.

Autore
Manuele Matera
Anno di pubblicazione
2007
Pagine
174
Rilegatura
Brossura Filo Refe
Formato
15x21
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Il Blog di Edizioni Psiconline


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