Edizioni Psiconline pubblica l' intervista a Paolo Cardoso curatore del volume: Le nuove dipendenze. Gioco, Cibo, Internet, Sesso, Shopping...
Il testo , include scritti di Paolo Cardoso, Laura Benedetti, Elisa Romolini, Claudia Spolverini, Eleonora Sirsi, nella collana Ricerche e Contributi.
Negli ultimi anni, la nozione di dipendenza, da un punto di vista clinico, include anche quadri sintomatologici in cui l’oggetto stesso della dipendenza non è una sostanza chimica, bensì comportamenti o attività più o meno accettati (in qualche caso addirittura promossi) della società moderna.
[caption id="attachment_3222" align="alignright" width="110"] Claudia Spolverini
Nell’ambito delle cosiddette Nuove Dipendenze (o dipendenze comportamentali), la persona manifesta un’incontrollata necessità di dover compiere una specifica attività (come ad es. scommettere o navigare in rete), per trovare immediata soddisfazione ad un bisogno, che talvolta assume l’accezione di una necessità quasi fisiologica di mettere in atto il comportamento come per il tossicodipendente lo è assumere la sostanza.
[caption id="attachment_3223" align="alignleft" width="118"] Eleonora Sirsi
Di queste forme di nuove dipendenze viene data una descrizione fenomenologica e, laddove presenti, vengono forniti dati di ricerche empiriche.
Il testo è un utile utile strumento per chi vuole farsi un’idea di queste patologie che sono in grande crescita.
Qual è lo scopo principale che ha guidato la stesura del libro? Per quale tipo di lettore è stato pensato?
Lo scopo del libro era sia dare una corretta informazione su queste nuove patologie, sia essere uno strumento di aiuto per chi ne soffre.
È un libro rivolto a genitori, adolescenti o comunque ad un vasto pubblico non specialista di queste materie.
Vorrei spendere una parola sul perché abbiamo scelto un’opera dell’artista Akiko Chiba. Lei realizza splendide incisioni con la tecnica della maniera nera. Il contrasto del bianco e nero così profondi suscita emozioni profonde.
Ci sembrava appropriato per un libro che tratta di temi legati all’inconscio profondo.
Quanto la sua esperienza ne ha influenzato lo stile ed il contenuto stesso?
Penso molto. Ho avuto esperienza di lavoro, all’inizio della mia carriera, in un SERT e durante gli anni successivi ho sempre seguito pazienti con problemi di dipendenza.
I primi due capitoli sono dedicati esclusivamente alle definizioni scientifiche e terminologiche dei vari argomenti trattati. Non ha pensato che per alcuni lettori, soprattutto persone non pratiche del ramo, ciò potrebbe risultare troppo pesante o noioso? Vorrebbe spiegare a queste persone quali sono lo scopo e l’importanza di questa sua scelta?
Quando si affrontano argomenti di natura scientifica bisogna avere chiaro di cosa si parla. D’altra parte oggi con l’uso della rete ed ad esempio di Wikipedia, se incuriositi, si possono chiarire anche definizioni un po’ “ostiche”.
Quanto sono attuali le Nuove Dipendenze? Qual è, secondo la sua esperienza pratica, l’incidenza di questo fenomeno?
Molto molto alta per quanto concerne la dipendenza da gioco, quella da internet (Facebook ecc.) e quelle alimentari.
Oggi purtroppo, è un argomento molto attuale.
Si prevede una crescita o ci sono buoni risultati dovuti alla cura ed alla prevenzione?
Io penso che il problema è destinato a crescere. Ora il Servizio Sanitario si sta iniziando a muovere ed anche chi segue questi problemi è sempre più attento.
Negli ultimi capitoli lei si dedica alla cura ed alla prevenzione di questi fenomeni nella regione Toscana. Non ha considerato che potrebbe risultare come una limitazione nella sua esposizione?
Io ho parlato delle esperienze che conosco. So che anche in altre Regioni si sta iniziando ad esempio ad organizzare i gruppi di autoaiuto per i giocatori, ma sono ancora interventi a macchia di leopardo. La legge ad esempio regola per i SERT solo gli interventi per le dipendenze da sostanze. Anche le associazioni di volontariato stanno da tempo
cercando di aiutare queste persone con gruppi di autoaiuto, aiuti economici ed altro.
Come deve muoversi una persona direttamente o indirettamente interessata, ma residente in una regione diversa?
Sicuramente rivolgersi alla propria ASL od a servizi di volontariato che si occupano di queste patologie ed anche, ovviamente, a psicoterapeuti e psicologi in grado di aiutarli.
Vorrebbe aggiungere qualcosa a quanto scritto (considerazioni personali, consigli, risultati, novità, …)?
Bisognerebbe che le Regioni, il volontariato, il Ministero della pubblica istruzione realizzassero efficaci interventi di prevenzione partendo proprio dalle scuole.
Inoltre che tutte le Regioni e non solo alcune, mettessero su e coordinassero tutti gli interventi di aiuto e di cura necessari.
[caption id="attachment_3224" align="alignleft" width="108"] Elisa Romolini
[caption id="attachment_3225" align="alignleft" width="112"] Laura Benedetti
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