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Redazione

Oltre i "passi" - Presentazioni all'Ordine abruzzese

Stefano Paolillo presenta, presso le sedi dell'Ordine degli Psicologi d'Abruzzo, il suo ultimo volume "Psicologia dell'informazione e del giornalismo".

Locandina Psicologia informazione pescara12maggioVenerdì 11 maggio sarà a L'Aquila, in Via Carducci 11, e Sabato 12 maggio sarà a Pescara, in Via Lungaterno Sud, alle ore 18 per entrambi gli appuntamenti, dove presenterà agli psicologi abruzzesi il suo libro che sta riscuotendo tanto consenso sia fra gli addetti ai lavori che fra i lettori.

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Costruttori di cerchi protagonista di una nuova iniziativa a Sacile

copertina costruttori di cerchi sitoVenerdì 18 marzo 2016, Massimiliano Anzivino presenta Costruttori di cerchi. Psicologia possibile per una scuola felice, nella Sala del Caminetto del Palazzo Ragazzoni in Viale Zancanaro a Sacile (PN).

La presentazione è in collaborazione con la Cooperativa Sociale Itaca, l’Associazione La voce, il Comune di Sacile e l’Istituto Comprensivo Balliana-Nievo e si colloca all’interno del progetto europeo “MEDES: la mediazione scolastica come strategia innovativa per la prevenzione dell’abbandono scolastico precoce” dove vengono proposte delle strategie di lavoro rispetto al contrasto alla dispersione scolastica. Verranno quindi estrapolate dal testo le pratiche e le riflessioni collegate a tale tema.

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Nadia Nunzi presenta Ti amo anima mia a Porto S. Elpidio

locandina pari oppDomenica 13 marzo 2016 alle ore 11,00, Nadia Nunzi presenta Ti amo anima mia. Una storia di violenza – Edizioni Psiconline presso il Gran Caffè Paradise, via Canada, 20 di Porto Sant’Elpidio.

La presentazione è inserita nelle “Colazioni Letterarie al Caffè Paradise” ed è patrocinata dal Comune di Porto Sant’Elpidio –Commissione Pari Opportunità che introduce l’autrice e Assessorato Pari Opportunità.

Partecipano le operatrici del Centro Antiviolenza “Percorsi Donna” della Provincia di Fermo, gestito dall’Associazione “On the Road Onlus“.

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La città bianca alla conferenza -Cellulari e wi-fi: quali rischi per la salute-

La Città Bianca 11 marzo FirenzeVenerdì 11 marzo, alle ore 18,30, Francesca Romana Orlando, presenta La città bianca, nell’ambito della conferenza “Cellulari e Wi-Fi: quali rischi per la salute?” organizzata dalla Libreria Editrice Fiorentina, presso Palazzo Pucci, via del Pucci, 4 –Firenze.

Si discuterà del conflitto di interessi nella ricerca scientifica sui campi elettromagnetici. Degli effetti biologici delle esposizioni alla radiofrequenza, dei limiti italiani e limiti europei per le esposizioni a radiofrequenza.

La città bianca ha ricevuto il Premio della Giuria del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Cinque Terre – Golfo dei Poeti – “Sirio Guerrieri” XXVIII Edizione.

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Ti amo anima mia al Caffè Cerolini di Civitanova Marche

locandina Cerolini 6 marzo Domenica 6 marzo 2016, alle ore 18,00, Nadia Nunzi presenta Ti amo anima mia. Una storia di violenza (secondo classificato al Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana, 2 Agosto 2015), presso il Caffè del Teatro Cerolini, P.zza della Libertà, 15 – Civitanova Marche.
Introduce Belinda Marini.

In occasione dell’8 marzo, l’Aperitivo Letterario del Caffè del Teatro Cerolini ha scelto di raccontare una storia vera.

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Bianca Brotto presenta Perché io: un viaggio fra i misteri dell’esistenza.

Bianca BrottoBianca Brotto ha pubblicato il suo secondo romanzo “Perché io”, nel 2014 aveva pubblicato sempre con Edizioni Psiconline, il romanzo d’esordio “Dentro le scarpe”. Questa volta si tratta di una biografia, la storia di Chiara una professionista affermata, “a cui la vita ha chiesto di rinunciare a tutto per diventare ciò che era destinata ad essere”.

Raccontare la storia della protagonista, Chiara, “è stato un viaggio fra le incognite e i misteri dell’esistenza, è stato come quando si scala una montagna: il sentiero è a tratti impervio, può nevicare, grandinare e soffiare vento, ma una volta raggiunta la cima, l’emozione della vetta ripaga di tutte le fatiche” una esperienza ricca di emozioni e per usare ancora le parole dell’autrice “Perché io? mi ha condotta nell’intimità dell’esistenza facendomi penetrare un mondo invisibile, ma assolutamente reale. Con Chiara ho compreso che la vita dipende dal colore che utilizziamo noi per dipingerla”.

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Nuova promozione editoriale per Edizioni Psiconline

Una grande ed eccezionale novità in casa Edizioni Psiconline, dal 1° febbraio 2016 la promozione editoriale di Edizioni Psiconline viene affidata a NFC Agenzia di Rimini.

logo edizioniEra il 2005 quando Edizioni Psiconline faceva il suo ingresso nel mondo della editoria, Vivalibri-Lift che ha curato la promozione dei nostri volumi fino ad oggi, ci ha assistiti e guidati per far emergere i nostri titoli tra le innumerevoli offerte del panorama editoriale, allora non possiamo che ringraziare Lift per il grande apporto con cui ha contribuito allo sviluppo della nostra piccola Casa Editrice.

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Ti amo anima mia nei Kindle Daily Deal del 9 novembre 2015

Ti amo anima mia sitoTi amo anima mia. Una storia di violenza di Najaa, nella versione e-book formato epub, sarà inserito nei Kindle Daily Deal di Amazon, del giorno 9 novembre 2015 al prezzo di 0,99 euro.

L‘Offerta lampo Kindle è infatti la promozione che permette di acquistare ogni giorno uno o più titoli diversi a un prezzo eccezionale (da 0,99 a 2,99) per 24 ore soltanto.

Una imperdibile occasione, per chi non l’avesse ancora acquistato, l’ebook di Ti amo anima mia ad un prezzo eccezionale, però soltanto  il 9 novembre 2015.

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Il Training Autogeno di Patrizia Del Verme: nuova presentazione

copertina-il-training-autogeno-sitoiDomenica 11 ottobre 2015 alle ore 18,30, Patrizia Del Verme presenta Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute – Collana Punti di Vista – Edizioni Psiconline, con Cilentoincoming, presso il Palazzo Mainenti a Vallo della Lucania (SA).
Moderatore: dr. Geppino D’Amico giornalista-scrittore Presidente Rotary Club Vallo di Diano.
Relatore: dr. Antonio Morlicchio Psichiatra, Direttivo Naz. di Psichiatria Democratica, già Direttore della Struttura complessa di Salute Mentale di Torre Annunziata-Pompei (NA).
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Il calendario degli eventi di ottobre 2015 di Edizioni Psiconline

copertine eventi 3Il calendario degli eventi del mese di ottobre 2015 è finalmente on line.
Dopo la pausa estiva, la Redazione di Edizioni Psiconline è di nuovo al lavoro per organizzare presentazioni in diverse città italiane, per dare la possibilità ai lettori di incontrare direttamente gli autori.
Presentazioni, seminari, premiazioni... un ottobre ricco di eventi che preannuncia un autunno molto movimentato.
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Virginia Maloni a Fuoriluogo sabato 3 ottobre 2015

MANIFESTO PATOLOGIA DELLA COPPIASabato 3 ottobre 2015 alle ore 18,30, presso Fuoriluogo (lo spazio di Libera all’interno del Centro Commerciale Città delle Stelle - V.le dei Mutilati ed Invalidi del Lavoro, 94, Zona Ind.le Campolungo - Ascoli Piceno) Virginia Maloni, presenta Patologia della coppia. Relazioni e dintorni.

La presentazione sarà lo spunto per una discussione sulle coppie ai nostri giorni e sul cambiamento del concetto di famiglia, evolutosi rispetto alla cosiddetta 'famiglia tradizionale'.
L'evento è organizzato in collaborazione con Arci Libero SpazioStay Human di Ascoli Piceno.


cop patologia coppia sitoCome stabiliamo oggi le nostre relazioni?

Partendo da come ci rappresentiamo le nostre relazioni di attaccamento e di come queste ci orientano nella scelta dell’altro, cos’è che oggi ci tiene uniti, cos’è che trascende tale legge e giustifica e legittima l’esistenza di un legame relazionale duraturo e autentico nel tempo? Proverò ad esplorare, come si sono trasformati i codici di rappresentazione soggettivi e sociali della struttura socio-relazionale della coppia post-moderna ripercorrendo le difficoltà, i piaceri, il loro tortuoso lega-me mettendo insieme storia ed esperienza clinica.

virginia maloniLo studio degli aspetti che caratterizzano un rapporto di coppia implica inevitabilmente la valutazione di molteplici dimensioni e sistemi motivazionali che, interagendo tra loro, creano complesse combinazioni. La famiglia nucleare va in crisi e si apre verso nuove forme di socialità allargata: questo non vuol dire per forza dissoluzione della famiglia, ma l’esigenza di strutture famigliari più forti in grado di andare oltre il modello famigliare.


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La luna blu di Massimo Bisotti in offerta su Amazon

cop_Lunablu-x-sitoLa luna blu di Massimo Bisotti - Edizioni Psiconline in versione ebook, ancora una volta è protagonista delle fantastiche offerte mensili promosse da Amazon, stavolta per il mese di ottobre 2015.
Per tutto il mese di ottobre sarà ad un prezzo scontato davvero vantaggioso, a soli euro 2,49 sul sito www.amazon.it.
Ogni mese, Amazon propone infatti una selezione di libri in offerta a partire da 0,99 euro - per far scoprire un nuovo autore o titolo proponendo l'ebook a piccoli prezzi.



La luna blu
Una storia, un incontro un racconto: lievi spunti cronologici spazio temporali, eppure i tre protagonisti, Meg, George (il sogno), Demian, (la realtà) tengono sospeso il lettore pagina dopo pagina. Gli interrogativi dominanti: che cosa succederà? Si incontreranno? Si ameranno?
Una traccia che dà via via le risposte che il lettore desidera, inoltre la riflessione incalzante dell’autore, sull’amore, sulla vita, sulle relazioni offre a chi legge una visione profonda e sofferta del vivere quotidiano: “una faccia che dev’essere quella perché quella ormai tutti conoscono e non la puoi tradire”.
“Sembra che la felicità non stia nello stare bene ma nel tornare a stare bene, altrimenti nemmeno te ne accorgi se sei felice”. Ciò che colpisce è che Meg, la protagonista per realizzare il suo "sogno" e per liberarsi di “quell’ombra nera che copre il blu quando ci sentiamo rifiutati, non voluti, incompresi, messi in un angolo”, compie un cammino dentro la sua anima. “Tutta la vita è un viaggio verso e dentro noi stessi”.


Un libro intenso che lascia nella mente non solo una piacevole sensazione di attesa ma riscalda il cuore con pensieri profondi e poetici.


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PROMOZIONE AMAZON LA LUNA BLU
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Edizioni Psiconline all'OPEN DAY della Psicologia a Francavilla al Mare

open dayEdizioni Psiconline parteciperà all'OPEN DAY della Psicologia organizzato dall'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo con il Patrocinio del Comune di Francavilla al Mare, che si svolgerà a Francavilla al Mare il 10 ottobre 2015 presso il MuMi (Museo Michetti) in P.zza San Domenico 1, dalle ore 9.00.



Edizioni Psiconline interverrà alla manifestazione come partner, perché ha avviato una convenzione con l'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo con la finalità di favorire gli iscritti nell’acquisto di volumi pubblicati dalla casa editrice. L’accordo con l’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo prevede, in favore degli iscritti, l’acquisto di volumi pubblicati da Edizioni Psiconline con uno sconto pari al 35% del prezzo di copertina, per gli acquisti effettuati on line sui siti www.psychostore.net, la libreria online specializzata in psicologia e psicoterapia, e www.edizioni-psiconline.it.
In occasione dell'OPEN DAY sarà applicato lo sconto previsto dalla Convenzione anche sui volumi acquistati direttamente allo stand.

L'OPEN DAY è un’occasione unica per visitare, conoscere, vivere la Psicologia in Abruzzo.
La giornata è dedicata alla presentazione dei nuovi ambiti applicativi della psicologia.


Vi saranno numerosi spazi informativi all'interno della manifestazione, presso i quali sarà possibile soffermarsi e discutere:


Psicologia dello Sport
Psicologia dell’emergenza
Psicologia del Lavoro
Psicologia dell’invecchiamento
Psicoinfettivologia
Psiconeuroendocrinologia
Dipendenze da gioco
Disturbi dell’apprendimento
Violenza di genere
Maltrattamento infanzia e adolescenza
Psicologia e Genetica
Psicologia dell’Immigrazione.

Il Programma della manifestazione è il seguente:


9:00 Apertura dei lavori
9:30 - 12:00 Visita spazi informativi
12:00 - 12:30 Le modalità di registrazione al Co.Ge.A.P.S. per crediti ECM
12:30 - 13:00Condividere le angosce, le emozioni per ricominciare a vivere” progetto vincitore della Borsa di Studio CNOP, dott.ssa Mariagiovanna Di Vita.
13:00 - 14:00 Lunch
14:00 - 15:30 Visita spazi informativi
15:30 - 16:00 L’imprenditorialità giovanile in Psicologia, dott. Alessandro Cicconi
16:00 - 16:30 La Progettazione Europea: il link “Europa”
16:45 Chiusura dei lavori


L'appuntamento è per SABATO 10 OTTOBRE 2015 presso il Museo Michetti (MuMi) un'occasione unica, da non perdere!!!


open day mumi

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Redazione

Intervista a Stefano Porcu e Bruno Furcas autori di Racconti schizofrenici

racconti schizofreniciStefano Porcu e Bruno Furcas autori di Racconti schizofrenici. Vivere la malattia mentale attraverso gli occhi di operatori, pazienti e familiari, da oggi disponibile in tutte le librerie, intervistati dalla redazione di Edizioni Psiconline, raccontano come è nato il libro, cosa li ha ispirati, e spiegano perché raccontare la malattia mentale in questa prospettiva.
Sono quindici le storie proposte all’attenzione del lettore; vicende concepite con la fantasia ma senza tralasciare l’osservazione effettuata durante il lavoro sul campo. Nei racconti, eventi e situazioni, stati d’animo ed emozioni danno vita a vicende personali dove il lettore potrà cogliere alcuni aspetti della patologia.


stefano porcu

logo porcuStefano Porcu è Psicologo, psicoterapeuta, formatore. Si occupa del tema della prevenzione del disagio e la promozione del benessere psicosociale, ha pubblicato contributi scientifi ci nazionali e internazionali di natura psicologica.
Collabora con organizzazioni del Terzo Settore in attività di sostegno, progettazione e realizzazione di interventi rivolti alle fasce deboli e svantaggiate, con particolare riferimento alla malattia mentale.
Ha pubblicato per Arkadia, con Bruno Furcas, il testo Storie di Bullismo: Dieci racconti e dieci giochi di gruppo per promuovere il benessere scolastico.

logo furcasBruno Furcas è laureato in Lettere Moderne a Cagliari, opera nell’ambito dell’integrazione e socializzazione di alunni minori in situazioni di grave svantaggio.
Ha pubblicato in Made in Sardinia (Cuec 2009) il racconto Pane duro e in Soltanto una palla di stoff a (Taphros 2010) il racconto Anime rosse. Ha pubblicato con Arkadia Editore Diversamente come te, con Andrea Cossu (2009), Boati di solitudine, con Salvatore Bandinu (2010), La favola di Duck, con Andrea Cossu (2010), Un mondo a parte (2011), ambientato nel diffi cile universo dell’autismo e I dolori del giovane bullo, con Salvatore Bandinu (2012), che ha inaugurato la nuova collana Paideia. Nella stessa collana ha pubblicato Storie di Bullismo, con Stefano Porcu.

Incontriamo gli autori in una caldissima giornata di settembre e sorseggiando una bibita fresca e ristoratrice parliamo un po' con gli autori per conoscere meglio il loro libro

 

D. Grazie innanzitutto per la vostra collaborazione, il nostro pubblico ama moltissimo leggere le interviste ai nostri autori.
Quando e perché avete deciso di scrivere Racconti schizofrenici?

R. L’idea di scrivere qualcosa sulla psichiatria era nell’aria già da tempo. Dopo tanti anni di lavoro nel sociale e all'interno di alcuni servizi di assistenza e di aiuto alla persona è nato spontaneo il bisogno di raccontare le esperienze vissute, sia per metterle a disposizione degli operatori ma anche per “esorcizzare” il rischio di burnout. Svolgendo questo mestiere abbiamo scoperto come il disagio mentale sia ancora qualcosa di sconosciuto o nascosto. I familiari e gli operatori apprendono sul campo, giorno dopo giorno, spesso tra mille difficoltà, nuove conoscenze sulla malattia mentale e nuove competenze e strategie nella gestione dell’utente. Dal nostro punto di vista, al di fuori di loro (operatori, utenti e loro familiari), nessuno conosce adeguatamente questo mondo. Lo scopo principale di questo libro è pertanto quello di far conoscere alcune situazioni e condizioni che rimangono, nella realtà quotidiana, sotto traccia, nascoste e sconosciute per tanti.

D. Le storie raccolte derivano da esperienze da voi conosciute in prima persona?
R. Le storie, le situazioni e i personaggi sono frutto della nostra fantasia. I disturbi, i sintomi e gli stati emotivi sono quelli osservati durante la nostra esperienza sul campo.

D. Chi sono i protagonisti dei racconti schizofrenici?
R. I protagonisti dei racconti sono gli attori del disagio mentale. Alcune storie sono raccontate in prima persona altre in terza persona, ma sempre dagli utenti, dai loro familiari oppure dagli operatori.

D. Perché nei racconti si focalizza l'attenzione sui familiari, sugli operatori e meno sui pazienti lasciando al lettore la possibilità di ricevere una impressione tutta personale dei vissuti di questi malati?
R. I sofferenti mentali sono i protagonisti indiscussi delle storie sia che abbiano un ruolo attivo o passivo basti pensare a Massimo Venturi, a Mario ne “La simbiosi”, Luca in “Teoria del caos”, Carlo di “Cala il Sipario”, Giorgio di “Genio e sregolatezza” ed altri.
I familiari e gli operatori, anch’essi protagonisti, sono coloro che accompagnano chi soffre e la loro vita viene spesso contaminata con quella di chi viene assistito. Non dimentichiamo che è molto alto il rischio che operatori della salute vivano situazioni di disagio e di malessere causate dal loro lavoro.
Certamente sono racconti che lasciano al lettore un senso di angoscia e spesso di impotenza.

D. Perché raccontare la malattia mentale e soprattutto in questa prospettiva?
R. Manuali diagnostici e testi tecnici ne esistono tanti. Il nostro intento non è quello di dare una definizione di malattia mentale o di schizofrenia, anche perché non siamo medici e non abbiamo le competenze per poterla dare. Il nostro lavoro è più a carattere letterario e socio antropologico, osserviamo la dinamica, le relazioni e soprattutto cosa pensano e provano gli attori del processo. Il nostro obiettivo principale è quello di  dare un contributo al superamento del pregiudizio e, perché no, anche una speranza.

D. Quando la salute mentale viene a mancare, a volte improvvisamente, cosa accade nella vita del malato e dei suoi familiari? Esiste una rete efficiente di supporto immediato a queste persone coinvolte in questo dramma? Come cambia l'esistenza di chi assiste chi è affetto da malattia mentale?
R. Quando viene a mancare la salute mentale, sicuramente la vita familiare subisce un cambiamento, una drastica trasformazione. La serenità viene a mancare e prendono il sopravvento le preoccupazioni, le paure, i conflitti… insomma uno sorta di disagio che si fonde nella sfera personale, sociale e lavorativa di tutti i componenti familiari.
Nella nostra esperienza abbiamo osservato la difficoltà dei servizi e degli operatori nel fornire una prestazione di sostegno e di aiuto immediato. Per certi versi però questo non ci stupisce perché la diagnosi della malattia non è sempre una cosa semplice. Inoltre sono i familiari stessi, prima di chiedere aiuto ai servizi territoriali, ad avere la speranza che questa possa essere una situazione transitoria e quindi spesso attendono che la situazione migliori in autonomia e non ci sia quindi bisogno di rivolgersi agli specialisti.
Purtroppo questa nella maggior parte dei casi si rivela una mera illusione, perciò, quando la situazione tende a peggiorare e quindi i sintomi della persona si fanno più acuti, i familiari non riescono a gestire le difficoltà e allora vorrebbero ricevere un aiuto immediato. Questo aiuto tempestivo spesso è impossibile. D’altronde la malattia mentale non è un problema che può essere risolto con soluzioni semplici e approssimative. Più che trovare delle soluzioni, i familiari degli utenti si trovano nella situazione di dover apprendere delle capacità e competenze tali da poter gestire il rapporto con la persona che soffre di un disturbo psichiatrico.
Spesso il problema si ribalta: quando la malattia è grave sono i familiare che devono imparare a gestire le dinamiche e la relazione con l’utente, a cambiare stile di vita per andare incontro al familiare e far fronte alle ripercussioni negative sulla propria vita.
Ora immaginate il dramma di chi deve assistere quotidianamente un sofferente mentale grave!

D. Accade spesso di sentirsi impotenti di fronte alla malattia mentale?
R.Il senso di impotenza è sicuramente provato dai familiari degli utenti psichiatrici, sia agli esordi della malattia e sia durante i picchi più acuti. Spesso familiari e operatori si sentono disarmati e non vedono vie d’uscita. Frustrazione, disperazione, paura e tanti altri stati d’animo si mescolano quando si assiste inermi davanti ad un nodo che sembra non potersi sciogliere. A volte quel nodo si scioglie, probabilmente quando il sostegno farmacologico, psicologico, educativo hanno avuto successo. Altre volte non si snoda e allora è necessario attrezzarsi per combattere battaglie di una guerra che potrebbe non avere mai fine.

D. Quale ruolo hanno la famiglia, gli operatori e le istituzioni nell'assistenza ad un malato mentale? La famiglia riceve l'adeguato supporto da parte delle istituzioni?
R. Famiglia, operatori e servizi sono i pilastri del sostegno. La famiglia, seppur con immense difficoltà, deve accettare la malattia e trovare il modo migliore per sostenere il parente con malattia mentale. Gli operatori, ovvero tutti i professionisti che lavorano per l’utente (psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, ecc.) giocano un ruolo di fondamentale importanza per il benessere dell’utente, per la gestione dei suoi sintomi e per il ripristino di una vita familiare e sociale funzionale e adeguata. Gli operatori sono il braccio operativo delle istituzioni.

D. Le politiche sociosanitarie attuali riescono ad assicurare l'assistenza adeguata ai malati e ai loro familiari? Cambiereste qualcosa dell'attuale sistema?
R. Il sistema socio-sanitario attuale non sempre riesce a colmare i bisogni contingenti che la malattia mentale scatena all’interno delle dinamiche familiari. Oggi, comunque,  sono sempre più presenti, per esempio, nel territori delle micro realtà o case famiglia che accolgono un ristretto numero di ospiti, supportati a tempo pieno da personale qualificato. Ciò  certamente alleggerisce, almeno periodicamente, il familiare dal carico emotivo che tali patologie scatenano. In tali percorsi, gli ospiti acquisiscono delle competenze relative al saper fare, al sapersi relazionare e all’acquisizione delle norme relative alla convivenza. Per mettere a frutto gli obbiettivi acquisiti e consolidare le nuove abilità sarebbe opportuno e necessario creare o potenziare, nel caso siano già presenti, reti di collaborazione tra le strutture per facilitare il passaggio degli utenti a fasi successive previste nei progetti educativi e miranti ovviamente all’autonomia e al reinserimento sociale.

D. Qual è l'atteggiamento mentale della nostra società  nei confronti della malattia mentale?
R. La nostra società non è ancora preparata ad accogliere il "diverso" e la malattia mentale è ancora fortemente intrisa di pregiudizio.

D. Quale messaggio volete far arrivare ai lettori?
R. Nel libro c'è l'importante contributo di una persona che ha attraversato personalmente il tunnel della malattia mentale, ma oggi grazie alla sua tenacia e alla professionalità di chi lo ha supportato, vive una vita normale con la sua famiglia e nella sua importante realtà lavorativa. Il nostro auspicio è quindi che il nostro lavoro contribuisca a dare una speranza a chi, in un qualsiasi momento della propria vita, si trovi ad attraversare questo tunnel. Vuole poi essere un modesto tentativo per il superamento del pregiudizio di cui abbiamo già parlato.


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Racconti schizofrenici di S. Porcu e B. Furcas dal 17 settembre in libreria

racconti_schizofrenici_sitoRacconti schizofrenici. Vivere la malattia mentale attraverso gli occhi di operatori, pazienti e familiari di Stefano Porcu e Bruno Furcas, nella Collana A Tu per Tu, illustrazioni di Emanuele Musiu sarà disponibile in libreria dal 17 settembre.


Gli autori hanno raccolto attraverso brevi racconti, delle storie che tratteggiano stralci di vita ed esperienza di persone con sofferenza mentale, la finalità di questo libro è infatti anche quella di descrivere alcune sfaccettature della malattia mentale, attraverso lo strumento della narrazione, ma non è esclusivamente questo. Non delle asettiche "storie cliniche" per addetti ai lavori ma vicende concepite con l’immaginazione e la creatività senza tuttavia tralasciare gli spunti tratti dall’osservazione effettuata durante il lavoro sul campo.




[caption id="attachment_4871" align="alignright" width="187"]Stefano Porcu Stefano Porcu

Con lo strumento del racconto hanno voluto ricostruire le possibili esperienze di vita delle persone affette da sofferenza mentale grave, dei suoi familiari e degli operatori che in prima linea condividono con questi ultimi percorsi di fatica, di sofferenza e spesso di ostinata determinazione. Parallelamente hanno voluto far affiorare alcuni lineamenti della malattia mentale così come può manifestarsi agli occhi della società.
In Racconti schizofenici, eventi e situazioni, stati d’animo ed emozioni danno vita a vicende personali dove il lettore potrà cogliere alcuni aspetti della patologia, da diverse prospettive, potendo così riflettere sulla diversità e sulla complessità della malattia e sulla variegata costellazione dei disturbi ad essa correlati.


Nei racconti emergono disturbi psicotici e psichiatrici, le inquietudini e le angosce dei pazienti, oltreché deliri, ossessioni, paranoie, insomma tutte quelle situazioni che purtroppo si verificano quotidianamente in numerose famiglie, e le difficoltà delle varie professionalità che si trovano a dover affrontare e gestire, in modo diretto o indiretto, questa tipologia di disturbi.

Ogni storia narrata ha caratteristiche e peculiarità proprie, ma hanno tutte come denominatore comune lo scompiglio non solo della vita familiare, lavorativa e sociale del paziente, ma sempre più spesso anche quella degli operatori socio-sanitari coinvolti nel percorso riabilitativo.




[caption id="attachment_4872" align="alignleft" width="183"]furcas1 Bruno Furcas

Come si legge nella introduzione di Alberto Santoru (Psicologo, Psicoterapeuta): in questi brevi racconti si colgono delle prospettive esperienziali: i familiari, gli operatori, raramente i pazienti, perché il loro vissuto è inesprimibile per l’osservatore. E questo approccio “fotografico”, dove la scelta dell’angolatura appare dichiarata, è il contrario della mistificazione, della supponenza del letterato e lascia al lettore la possibilità di ricevere una impressione assolutamente personale.
Gli autori manifestano la loro capacità umana e professionale nella sensibilità che mostrano nel cogliere soprattutto le atmosfere, gli sfondi, i particolari apparentemente insignificanti, in grado di trasmettere il loro vissuto della “malattia”.
Alle volte non riescono a nascondere di essere parte della fotografia e neppure, probabilmente, lo vorrebbero. [...]
Gli autori, forti dell’esperienza “sul campo”, a contatto quotidiano con la realtà delle persone con sofferenza mentale e con le loro famiglie, fuori dagli ambulatori o da privilegiate oasi di osservazione, manifestano tutta la drammaticità dell’impatto con
una problematica complessa che richiede risposte articolate che coinvolgano servizi psichiatrici, familiari, utenti, associazioni, agenzie sociali e richiedono politiche sociosanitarie che riconoscano la caratteristica multifattoriale dei disturbi mentali.


Questo libro non è un manuale diagnostico e non può essere utilizzato in tal senso, ma nell’intenzione degli autori vuole rappresentare uno strumento e un modesto tentativo per il superamento del pregiudizio.


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http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/racconti-schizofrenici?e=2372380/30050307
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Redazione

Anteprima delle novità editoriali

copertineDal 12 al 23 agosto 2015 Edizioni Psiconline chiuderà per le ferie estive, ma la nostra Redazione è da tempo impegnata per la preparazione di numerose e interessanti novità editoriali: Racconti schizofrenici, Scegliere il cambiamento, Ilcinquantaduepercento, sono soltanto alcuni titoli delle prossime pubblicazioni.




Da settembre in tutte le librerie:

Hires_racconti_schizofrenici2Racconti schizofrenici di Stefano Porcu e Bruno Furcas

In questo testo, gli autori tratteggiano stralci di vita ed esperienza di persone con sofferenza mentale. Ci si potrebbe aspettare, di leggere asettiche “storie cliniche” per addetti ai lavori, gli autori invece cercheranno di stupire il lettore dimostrando di amare più la “fotografia” che la nosografia.
Sono quindici le storie proposte all’attenzione del lettore; vicende concepite con la fantasia ma senza tralasciare l’osservazione effettuata durante il lavoro sul campo. Nei racconti, eventi e situazioni, stati d’animo ed emozioni danno vita a vicende personali dove il lettore potrà cogliere alcuni aspetti della patologia.


In preparazione


Cop_Scegliere_cambiamento_1Scegliere il cambiamento. Un percorso di guarigione dalla co-dipendenza di Cecilia Vetturini

Un nemico minaccioso è determinato a distruggere il futuro di una coppia sposata da diversi anni. Ha un nome molto comune: alcolismo. Ma qui non è la dipendenza dall’alcol
a fare da protagonista: chi scrive è lei che, nascondendo il problema, vergognandosi di quanto accade dentro e fuori casa, ma soprattutto tacendo e mascherando il proprio
dolore, diventa vittima di una malattia: la sindrome di codipendenza.
È una condizione psicologica che determina una serie di comportamenti influenzati da quelli dell’altro.
L’autrice si propone di percorrere insieme al lettore il sentiero attraverso il quale ha abbracciato il cambiamento che le ha permesso di guarire.


copertina-ilcinquantaduepercento-vivalibriIlcinquantaduepercento. I vissuti della sessualità maschile di Giorgio Carnevale

Questa ricerca prende spunto dalle recenti campagne di sensibilizzazione in campo medico-sanitario che hanno evidenziato alcune problematiche peculiari del genere maschile.
In particolare una ricerca dell’ISPO afferma che: “Il 52% degli uomini con più di 40 anni soffre di problemi di erezione: stress, stanchezza, ansia da prestazione…”
Viviamo in un tempo in cui radicali cambiamenti nel processo procreativo iniziati nel secolo scorso, hanno modificato il rapporto tra sessualità e procreazione e di conseguenza
hanno creato uno stravolgimento nei ruoli, sia nella donna, sia nell’uomo.
L’autore ripercorre, attraverso dati statistici, antropologici e culturali, l’evoluzione del genere maschile, formulando ipotesi circa le cause di una indiscussa crisi di genere.


copertina-delirio-v001-sitoDelirio. Composizione e scomposizione del pensiero delirante di Enrico Magni


Il libro origina e prende forma da un contesto clinico di un dipartimento di salute mentale in cui il delirio è parte sostanziale della quotidianità.
L’atto del “de-lirare” oltrepassa il controllo della ragione e mette in scacco il potere del sapere. Il libro conduce il lettore a scoprire come si forma e si struttura il delirio, come fa l’orologiaio che smonta, rimonta meccanismi ed ingranaggi delicatissimi senza mai perdersi tra rotelle, congegni e senza smarrire il senso ultimo del lavoro, che è comprendere come si muovono questi ingranaggi dell’orologio. È scoprire come il gioco del disordine nasconda un ordine.


copertina-cosa-sognano-i-bambini-sitoMa cosa sognano i bambini? Interpretazione dei sogni infantili, prognosi e rischio psicopatologico di Salvatore Vallone


Il saggio tratta il tema dell’interpretazione dei classici sogni dell’infanzia, della prognosi auspicabile e del rischio psicopatologico implicito. Il testo si contraddistingue nella prima
parte per la spiegazione teorica del fenomeno del sogno secondo la metodologia psicoanalitica e nella seconda parte per l’interpretazione di una vasta gamma di sogni classicamente collegati all’evoluzione psichica dell’infanzia e dell’adolescenza, sempre secondo le teorie di Sigmund Freud.


cop_Palloncino_VerdeIl palloncino verde di Stefano Mosca

Il piccolo Luca precipita in un pozzo. Avvolto dall’oscurità, egli vivrà disavventure surreali, circondato da malefiche creature della notte, confondendo realtà e illusione. La speranza
di potersi salvare è nascosta in un palloncino verde.
Luca inizierà, così, un percorso per la sua conquista.
Si cade spesso in quel pozzo nascosto dentro di noi, dove si finisce per ritrovare chi, nella nostra vita, non c’è più. E non ci resta che cercare, in fondo a ogni tunnel, la speranza,
nostra unica amica, per trovare la via d’uscita.
Il palloncino verde è una fiaba che, attraverso l’esperienza di Luca, accompagna il lettore alla riflessione.

cop_perche_ioPerché io? Una storia vera di Bianca Brotto

Esiste una traccia di vita che siamo obbligati a percorrere?
Quanto decidiamo noi e quanto è già scritto?
Questi gli interrogativi che solleva la storia di Chiara Cervi, una professionista determinata a lasciare il segno nell’olimpo dei grandi architetti e non certo una donna con la testa
fra le nuvole che perda tempo a indagare il lato impalpabile della vita.
Ma mentre Chiara è razionalità, concretezza e solo lavoro, il suo corpo si ammala: nessun medico sembra poterla aiutare.

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Redazione

Ti amo anima mia vince il 2° Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana

Ti amo anima miaTi amo anima mia di Najaa ha vinto il 2° Premio Lettarario Internazionale "Città di Sarzana".
Alla premiazione è intervenuta anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
Un'occasione per portare la propria testimonianza in una manifestazione che quest'anno ha avuto come tema: Violenza sulle donne "Il silenzio aiuta il carnefice" e per uscire per la prima volta pubblicamente.



Edizioni Psiconline è davvero fiera  di questo meritato riconoscimento, ci congratuliamo con Najaa e le rivolgiamo alcune domande per capire cosa è cambiato dopo la pubblicazione di Ti amo anima mia.


logo edizioni miniQuando hai sentito che era arrivato il momento di raccontare e far conoscere a tutti la tua storia?


Ti_amo_anima_mia_sitoL'esigenza di scrivere la mia storia c'è stata da subito. Da appena finita o addirittura da prima, mentre la stavo ancora vivendo e soffrendo. È stato il mio modo di affrontarla, di guardarla da tutte le angolazioni possibili, per comprenderla e per guarire dal dolore. Dopo questo primo passo ho ritenuto giusto e utile farla conoscere. Tenerla per me non mi sembrava abbastanza. Storie come la mia vanno raccontate e non taciute. Non parlarne sarebbe, secondo me, un po' come volerle giustificare o difendere.


logo edizioni miniPer molto tempo hai evitato di rendere pubblico il tuo vero nome e il tuo volto, sta cambiando qualcosa, visto che hai deciso di partecipare al Premio Sarzana che hai peraltro vinto aggiudicandoti il secondo posto?


Ti_amo_anima_mia_sitoHo sempre pensato di restare nell'anonimato, per un fatto di tutela personale o forse per un blocco psicologico. Ma i pensieri cambiano come cambiano le situazioni. Per una serie di coincidenze il mio nome è uscito fuori e ho deciso di cogliere l'occasione per fare un passo avanti in questo mio continuo percorso di rinascita. Ritengo che ogni cosa vada fatta al momento giusto, quello più opportuno per noi e quindi quando ci si sente 'pronti' per affrontarla e io credo oggi di sentirmi più tranquilla e di aver voglia di presentare il mio libro con la mia vera identità. Lo devo a me e alle persone che mi seguono e mi sostengono con grande affetto.


logo edizioni miniChi era Najaa prima e chi è oggi? Come è cambiata Najaa dopo la pubblicazione di Ti amo anima mia e quali riflessioni si possono fare dopo il meritato riconoscimento?

Ti_amo_anima_mia_sitoNajaa prima era una ragazza insicura e sicuramente suscettibile e per questo facile preda di un manipolatore. Era una ragazza ingenua, alla continua ricerca dell'amore e che si è lasciata trarre in inganno dalla bellezza di un giovane e da una rosa rossa paragonabile, potrei dire, ad una intrigante e lucida mela di Biancaneve.
Ad oggi è una donna migliore, che si piace, più forte, più sicura. Una donna che ha intrapreso volontariamente un lungo percorso introspettivo per comprendersi e per rialzarsi e che sicuramente è fiera di sé. Per il lavoro svolto, per il suo libro, per il suo coraggio.


logo edizioni miniQuale messaggio vorresti dare adesso alle altre donne, in particolare a quelle che stanno vivendo o hanno vissuto una esperienza di violenza causata da un uomo?


Ti_amo_anima_mia_sitoAlle donne dico spesso di trovare la forza per guardarsi dentro. Di non dipendere da qualcun altro. Di non accettare la violenza di un uomo per nessun motivo. A quelle che la stanno subendo, sicuramente di ribellarsi e di trovare una via di fuga.
A quelle che ne sono uscite di ricominciare a vivere, senza sensi di colpa. Senza soffermarsi troppo verso quello che è stato e che non si può cambiare. Poi ogni storia è a sé e non è semplice generalizzare.


logo edizioni miniCome definiresti il tuo romanzo?

 

Ti_amo_anima_mia_sitoPersonalmente non amo definirlo, né rileggerlo. È la mia storia, o meglio un pezzo di vissuto che non mi appartiene più, scritto con l'intensità e la sofferenza del momento.
Chi l'ha letto l'ha definito 'ipnotico' , 'forte', 'vero'. E credo che siano tutte parole che lo rispecchino.


logo edizioni miniChe cosa provi nei confronti di chi ti ha fatto soffrire distruggendo una storia d'amore nella quale credevi?


Ti_amo_anima_mia_sitoIn passato ho provato davvero tanti sentimenti: delusione, rabbia, tristezza, premio sarzana2incredulità… Attualmente credo di non provare più nulla.
Quell'uomo non è più nei miei pensieri se non per una narrazione di eventi. Se lo incontrassi di nuovo non so che effetto sortirebbe in me, questo non posso e non potrò mai prevederlo ma quello che sicuramente vorrei, è che non capitasse più.
Come un libro intenso, che mi ha fatta emozionare e poi soffrire troppo, arrivata in fondo, l'ho chiuso e riposto e so con chiarezza di non volerlo rileggere un’altra volta.


logo edizioni miniCome vivi oggi una relazione d'amore?


Ti_amo_anima_mia_sito
Attualmente non sto vivendo nessuna relazione ma dopo anni di assenza dai sentimenti e di bisogno di stare principalmente sola con me stessa, posso dire di essere di nuovo predisposta alla condivisione e all'amore, quell'amore in cui non credevo più. So che mi manca e che mi piacerebbe innamorarmi ancora, stavolta in maniera diversa. Prendendomi cura prima di me, accettando solamente un rapporto sano, basato sul rispetto reciproco e sulla dolcezza. Su sentimenti costruttivi e non distruttivi, per una bella crescita insieme. Di sicuro se non incontrerò la persona ‘giusta’, non avrò remore nel restare da sola. Quando impari finalmente ad amarti, tutto il resto è qualcosa di aggiuntivo e non indispensabile.


logo edizioni miniIn una storia d'amore, quali atteggiamenti del partner devono farci preoccupare?


Ti_amo_anima_mia_sitoPreoccupante è quando l'uomo vuole controllare, comandare, possedere e cambiare, la persona che ha accanto. Preoccupanti sono gli sbalzi d'umore estremi che vanno dall'euforia esagerata alla violenza devastante. Le gelosie immotivate esasperanti e sicuramente l'aggressività.


logo edizioni miniÈ possibile fuggire da una storia d'amore violenta prima che la situazione degeneri?


Ti_amo_anima_mia_sitoSicuramente sì, se si ha l'accortezza di cogliere i segnali, di non ignorarli, di non giustificare i comportamenti del partner. Se non si ha il timore di restare da sole e soprattutto se non si rimane in silenzio. Ma ribadisco che rispondere a domande come questa in maniera generica non è semplice, né possibile. Per poter rispondere correttamente bisognerebbe analizzare ogni singolo caso, ogni situazione con tutte le varie sfaccettature e complicanze annesse.
Io posso parlare per la mia esperienza personale e dire che sarei potuta andarmene molto prima, risparmiandomi gran parte della sofferenza.  Ci sono stati dei momenti difficili, dove mi sono sentita in gabbia e senza una via di fuga ma alla fine ho comunque detto 'basta' e mi sono ribellata, seppur rischiando ed evitando che la violenza continuasse e crescesse sempre più, arrivando chissà dove. Forse in un punto di non ritorno.


logo edizioni miniLe donne ricevono aiuto da parte delle istituzioni o vengono lasciate sole?


Ti_amo_anima_mia_sitoSpesso vengono lasciate da sole o quasi. Molte donne me lo raccontano e io stessa, posso dire, di non averne avuto granché.  Potrebbero fare davvero molto di più. Ma si dovrebbe sicuramente partire dalle leggi. Se non sono consone quelle, poco si può sperare in un buon cambiamento.


logo edizioni miniVorresti scrivere ancora della tua storia, stai pensando a un nuovo romanzo?


Ti_amo_anima_mia_sitoPerché no? Scrivere mi piace e parlarne ancora potrebbe essere interessante. Chissà…


 

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Redazione

Raggiunto accordo tra Ordine Psicologi Abruzzo ed Edizioni Psiconline

edizioni psiconlineNei giorni scorsi l'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo ha firmato un accordo con Edizioni Psiconline con la finalità di favorire gli iscritti nell’acquisto di volumi pubblicati dalla nostra casa editrice.



libri edizioniEdizioni Psiconline è specializzata nella pubblicazione di testi di psicologia, psicoterapia e scienze umane, i titoli pubblicati  sono sia di grande impegno scientifico che di taglio maggiormente divulgativo e vogliono coprire uno spettro di lettori ampio e variegato.

L’accordo con l'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo prevede in favore degli iscritti:

  1. L’acquisto di volumi pubblicati da Edizioni Psiconline con uno sconto pari al 35% del prezzo di copertina

  2. L’acquisto di volumi pubblicati da altre Case Editrici con uno sconto pari al 20% del prezzo di copertina.


L'acquisto è da effettuarsi esclusivamente on line sui siti www.psychostore.net, la libreria online specializzata in psicologia e psicoterapia, e www.edizioni-psiconline.it il sito della Casa Editrice.

libri edizoni2Per maggiori informazioni sull'accordo stipulato, sulle condizioni per usufruire dello sconto e per ogni ulteriore delucidazione visitare la pagina web dell'Ordine Psicologi Abruzzo e scaricare la convenzione.
Leggi qui il comunicato stampa dell'Ordine Psicologi Abruzzo

Scarica la convenzione
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Redazione

Intervista a Emmanuella Ameruoso autrice di Desiderare la genitorialità

ameruoso copertinaEmmanuella Ameruoso nel suo volume Desiderare la genitorialità. Il mondo interiorizzato nel disturbo dell'infertilità (Collana Ricerche e Contributi in Psicologia) fornisce uno spunto per un’indagine più specifica sul tema dell’infertilità di coppia ad eziologia psicogena e come manifestazione di esperienze legate allo sviluppo psicosessuale.


ameruosoEmmanuella Ameruoso è psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico, specialista in psicologia clinica, sessuologia e psicologia forense, già giudice onorario del Tribunale di Sorveglianza di Bari.
È didatta in corsi di formazione clinica e sessuologica in ambito pubblico e privato e collabora con diversi portali web come consulente sessuologo ed editor.
La sua esperienza include la collaborazione professionale con vari consultori nei progetti di educazione alla salute, con associazioni private in qualità di tutore e supervisore di studenti universitari e in attività di sostegno psicologico e cura dell’individuo, della coppia e dell’età dello sviluppo.
Ha svolto per diversi anni il ruolo di Consulente Psicologo presso la Commissione Speciale in materia d’Infanzia e di Minori del Senato della Repubblica e nel settore dell’Adozione nazionale presso la Asl di Roma.
È autrice di diverse pubblicazioni in ambito sessuologico e criminologico e attualmente svolge attività di consulente tecnico di parte in ambito civile e penale e lavora come libero professionista a Roma e Bari.

Incontriamo la Dott.ssa Ameruoso prima della pausa estiva, per analizzare meglio i contenuti di Desiderare la genitorialità.
Parliamo della difficoltà a concepire riscontrata in molte coppie, non legata a patologie identificabili e della possibilità di valutare in questi casi un disturbo dell’infertilità psicogena.

D. Perché scrivere questo volume?
R. L’idea di questo libro nasce da una curiosità sorta durante il percorso di studi universitario. Si parlava in maniera abbastanza sporadica dell’infertilità relativa al partner cosa che mi spinse ad approfondirne le cause. Nello specifico, se due partner di una coppia non riuscivano ad avere figli dopo almeno due anni di tentativi falliti si separavano, costituendo un nuovo nucleo familiare, la gravidanza si realizzava. Un po’ come avviene per le coppie che dopo un’adozione riescono ad avere un figlio naturalmente!
Era quindi evidente che proprio la relazione fosse disfunzionale e che la difficoltà a concepire non fosse legata a condizioni mediche identificabili ma a qualcosa che la scienza empirica ha approfondito marginalmente.
L’argomento mi interessò molto e da lì cominciai ad analizzare la tematica in maniera più specifica attraverso la raccolta di materiale bibliografico ed esperienze di coppie che, invece, avendo inseguito la genitorialità con metodi naturali e poi con la PMA, hanno optato per l’adozione. I coniugi intervistati presentavano problematiche d’infertilità primaria e/o secondaria.

D. Quali novità propone?
R. La possibilità di valutare il disturbo dell’infertilità psicogena considerando il nesso di causalità tra la collusione intra relazionale e l’incapacità a procreare permette di intervenire sui fattori predisponenti fornendo alle coppie un nuovo modo di percepire se stessi e il rapporto, contenitore nel quale è riversato, comunque, inconsciamente un insieme di fattori legati alla propria storia personale e al vissuto genitoriale.

D. Perché nel libro lei afferma che l'esordio della genitorialità avviene
nel periodo adolescenziale?

R. Lo sviluppo sessuale e la maturità psico-cognitiva caratteristici del periodo dell’adolescenza permettono ai ragazzi di acquisire una consapevolezza rispetto alla propria capacità generativa. È facile che essi utilizzino la propria sessualità e il proprio corpo per attivare il processo di differenziazione e di autonomia rispetto alle figure genitoriali e, per questo, molte ragazze “desiderano una gravidanza” poiché ciò permetterebbe loro di “trionfare” sulla figura materna vissuta come rivale, affermando la propria individualità e la propria femminilità. Inoltre, è in tale processo di crescita che emerge la fantasia degli adolescenti sulla “opportunità” di divenire genitori e dalla quale scaturiscono le paure, le difficoltà e le rappresentazioni mentali rispetto a questo evento. La conquista e la scoperta della sessualità li proiettano verso una dimensione adulta, anche se non hanno portato a termine il processo evolutivo.

D. L'adolescenza rappresenta un periodo di definizione della propria
identità: è sempre stato così? È dappertutto così?

R. Più che di definizione parlerei di ri-definizione della propria identità poiché nuove trasformazioni sul piano della personalità tendono a integrarsi a quelle già acquisite. In linea di massima ogni collettività attribuisce all’adolescenza delle proprie peculiarità. In occidente, ma già notiamo una notevole differenza tra il nord e il sud dell’Europa, è considerato un periodo “critico” poiché di passaggio e questo dipende soprattutto dall’ambiente in cui si vive. Molto spesso gli adolescenti sono messi in crisi semplicemente dalla cultura di appartenenza perché la crescita è comunque un percorso naturale. Infatti, in alcune realtà sociali attuali (e remote) l’accesso all’età adulta è (ed è stato) lineare e per certi versi repentino, per cui i ragazzi lo vivono con più disinvoltura.

D. Quando si parla di crisi in età adolescenziale, a cosa ci si riferisce?
Quali conseguenze può avere in futuro?

R. La crisi adolescenziale ha diverse sfaccettature. Per alcuni questa dimensione non è vissuta in modo critico o disagevole mentre per altri il processo di separazione-individuazione dalle figure genitoriali, le modificazioni corporee, il confronto con i coetanei rappresenta un momento particolare e il malessere è una conseguenza quasi immediata. Gli aspetti prevalenti di tale percorso sono connessi alla dimensione fisiologica ma anche, e soprattutto, psicologica. È in tale momento che l’adolescente comincia a conoscersi più a fondo e a vivere una situazione più specifica rispetto all’affermazione della propria identità. Soggetti con contesti problematici e difficoltosi, esperienze traumatiche e una maggiore sensibilità in merito a tali cambiamenti possono vivere il momento con diversa intensità. E tali condizionamenti tendono a interferire con la crescita e inevitabilmente con l’aspetto genitoriale e procreativo.

D. Ci sono delle cause specifiche che collegano l’esperienza adolescenziale al disturbo dell’infertilità?
R. Sì. Nel testo approfondisco proprio quest’aspetto cercando di analizzare le esperienze che influenzano la formazione del disturbo: un vissuto legato alla prima esperienza sessuale, una storia familiare traumatica che ha riguardato la nascita o la morte di un bambino (parto traumatico, violenze sessuali, un aborto spontaneo, un’interruzione di gravidanza o una fantasia familiare tramandata tra donne di diversa generazione) possono essere fattori prodromici alla manifestazione dell’IP.
L’identificazione col proprio genere sessuale, cui aderisce la capacità generativa, e l’assunzione di un ruolo, tramite cui si esplica la propria genitorialità, che riaffiorano e si rendono manifesti specificamente in adolescenza, possono essere compromessi da tali fattori e sfociare nel disturbo.

D. Cosa s’intende per collusione?
R. La collusione è un patto inconscio che si realizza tra due partner portatori di una propria storia personale. Ognuno affida all’altro parti di sé che non accetta e di cui vorrebbe “disfarsi”. È così che il compagno diventa un “complice” accettando questo “reciproco accordo” e per certi versi disfunzionale.

D. Quali sono gli aspetti collusivi della coppia?
R. Dicks parla proprio di “incastro inconscio” cioè, per usare una metafora, due pezzi dello stesso puzzle che s’intersecano perfettamente e che manifestano di conseguenza un disturbo di cui entrambi gli elementi sono portatori. La collusione si rende palese a livello del genere e del ruolo sessuale nei quali gli adulti s’identificano e pertanto è in essi che va ricercata la causa dell’impedimento alla procreazione.

D. Sono numerose le coppie nelle quali si riscontra un'origine
psicologica dell'infertilità?

R. Sì, sono innumerevoli e molte delle quali ricorrono alla fecondazione assistita o all’adozione per realizzare il desiderio di avere un figlio. La componente psicologica ha una rilevanza apprezzabile nella generatività poiché determina a livello fisiologico delle modificazioni ormonali che inducono un’inibizione della fecondità.

D. Come s’individua questo tipo di problema quando si analizzano le cause dell'infertilità?
R. Innanzitutto si esclude l’origine di tipo organica e poi, attraverso un’anamnesi specifica rivolta a ogni singolo partner e una serie di colloqui mirati ad indagare le possibili cause di matrice psicologica (e/o traumatica) si identifica l’origine del emotivo e quindi l’insorgere del sintomo.

D. Come s’interviene?
R. La terapia psicosessuologica permette di intervenire sulle aree deficitarie e conflittuali che ostacolano, o ancor peggio inibiscono, la procreazione.
Lavorando sulle dinamiche inconsce interne alla coppia, basate prevalentemente su una proiezione reciproca di esperienze e vissuti singolari, si ristrutturano i rapporti con e tra le figure di riferimento interiorizzate (la propria relazione con i genitori, il rapporto tra i due genitori, l’identificazione di sé nel ruolo genitoriale) che riversate inconsapevolmente sul partner, tendono a generare la collusione. Inoltre, si sostengono i soggetti nella rielaborazione del lutto conseguente alla diagnosi d’infertilità, di eventuali esperienze traumatiche pregresse, anche riferite al periodo dell’adolescenza, agendo inevitabilmente sulla capacità procreativa e sulla genitorialità entrambe legate, come più volte sottolineato, all’identità e al ruolo di genere.
Il tentativo dell’opera è quindi quello di voler fornire un’ottica interpretativa più ampia delle cause che sono all’origine dell’infertilità non rese esplicite e chiare dalle diagnosi mediche. Offrire una nuova speranza alle coppie per poter coronare il desiderio di essere genitore non è altro che la possibile conclusione di un ciclo naturale di vita a cui tutti, o la maggior parte, aspirano!

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Intervista a Francesco Codato sul suo nuovo saggio Che cos'è la malattia mentale

codato1Sebbene la malattia mentale venga identificata quale male epocale, non esiste nessuna definizione precisa che persuada tutti gli animi su cosa essa sia.
Francesco Codato nel suo nuovo saggio Che cos'è la malattia mentale cerca di ovviare a questo problema prendendo ad esame le risposte che le differenti discipline (psichiatria, storia, antropologia, sociologia, filosofia, religione, diritto, economia e bioetica) hanno elaborato e tuttora elaborano riguardo a tale fenomeno, mostrando come esso non possa che essere compreso adottando uno sguardo interdisciplinare, tendente a valutarne la sua complessa natura.


Francesco Codato ha già pubblicato con Edizioni Psiconline: Che cos’è l’antipsichiatria? Storia della nascita del movimento di critica alla psichiatria (2013) e da pochi giorni è in libreria  Che cos'è la malattia mentale (nella collana Ricerche e Contributi in Psicologia). Un volume davvero interessante, che vogliamo conoscere più approfonditamente, per questa ragione rivolgiamo alcune domande all'autore per capire meglio che cos'è la malattia mentale.


codatoD. Da cosa nasce l’esigenza di scrivere un testo che tratti delle varie definizione della malattia mentale fornite da discipline diverse?
R. Occupandomi di filosofia della medicina e specificamente di bioetica che è una disciplina che fa dell’interdisciplinarietà la sua essenza, mi è capitato di partecipare a convegni, presentazioni di libri, dibattiti ecc. inerenti le differenti problematiche relative alla malattia mentale. Ciò che ho notato è che in queste occasioni, seppur al centro ci fosse il concetto di malattia mentale, esso fosse completamente indefinito ed aperto a teorie sempre diverse, le quali però non dialogavano tra loro. Una cosa era parlare di malattia mentale con antropologi e sociologi, tutt’altro era parlare della medesima con psichiatri e medici, o ancora differente era parlare con psicologi e teologi. Ciò che intendo dire è che sebbene tutti abbiamo a cuore i differenti problemi inerenti alla malattia mentale, non parliamo della stessa cosa quando ci riferiamo ad essa, come se la malattia mentale fosse indeterminata per natura. La constatazione di questa incomunicabilità di fondo tra le varie discipline mi ha portato all’elaborazione di questo libro, in cui ho tentato di riassumere le differenti posizioni espresse dalle stesse sull’oggetto comune “malattia mentale”, tentando di farle dialogare.


D.Nel libro si parla della malattia mentale quale male epocale, cosa vuoi intendere esattamente?
R. Ogni epoca ha delle caratteristiche peculiari, una di queste è sempre stata quella di conferire valore a determinate forme patologiche. Allo stato attuale mi sembra che il dibattito in costante aumento attorno alle differenti forme di disturbi mentali stia riconoscendo nella patologia psichica la fonte discorsiva e patologica principale della nostra epoca. Non è un caso, ad esempio, che la depressione sia per l’OMS una delle malattia più diagnosticate al mondo e sia per tutti noi patologia, purtroppo, comune che possiamo rinvenire facilmente in amici, parenti o in noi stessi. Proprio per questo la depressione è, secondo me, un esempio denso di significato, poiché se cogliamo i dati della sua diffusione possiamo capire quanto i disturbi mentali condizionino e siano presenti nella nostra epoca, ma di pari passo se cogliamo gli stessi dati in maniera totalmente acritica rischiamo di scambiare tante nostre emozioni quali forme di depressione.
Per questo mi sembra che alla base di molti discorsi inerenti alle patologie mentali si scambi l’esigenza importantissima di classificare le malattie con la volontà, ancora più importante, di fare il bene del paziente. In altre parole, siamo così esasperati dal voler trovare il patologico in ogni situazione da non riuscire più a focalizzarci sul soggetto in cura, sulla singolarità del vivere e di esperire il dolore di quel soggetto. Potremo quasi dire che oggi si presta molta attenzione all’oggetto patologia mentale, ma non si presta altrettanto attenzione al soggetto malato.

D. In questo senso si può ricollegare il discorso espresso nel libro attorno alla differenza tra una verità della malattia mentale e una verità sulla malattia?
R. Esattamente, il punto centrale del libro è proprio il voler riflettere attorno allo spostamento della ricerca di verità della malattia mentale alla ricerca di senso della patologia, ovvero un tentativo di riflettere sulle strutture di esistenza della stessa. Il che vuol dire focalizzare il dibattito sia sulle strutture “universali” dei vari disturbi, sia sulle modalità attraverso le quali queste vengono vissute singolarmente dai soggetti. In quest’ottica è doveroso ricordare che ogni persona ha una propria cultura, si trova a far parte di un gruppo, che può essere rappresentato dalla famiglia, da un gruppo sportivo, da una particolare classe professionale ecc., inoltre la stessa può orientare la propria visione del mondo per mezzo di una religione o di credenze personali, le quali si accompagnano spesso alle possibilità economiche e allo status sociale in cui è inserita la medesima persona. Dimenticare queste sfere, quando si fa una diagnosi psichiatrica, rappresenta, secondo me, una maniera di ridurre il soggetto ad oggetto, non prestando realmente cura alla sua sofferenza, che in quanto tale è sempre personale e singolare.


D. La chiave per non ridurre la persona è secondo te il dialogo interdisciplinare?
R. La proposta che avanzo in questo testo è proprio quella di far interagire gli specialisti di settori e materie differenti, poiché in una situazione di cura abbiamo prima di tutto davanti a noi un soggetto con la sua particolare storia di vita. L’ascolto delle differenti soggettività che si presentano davanti a noi dovrebbero portarci a capire che per quanto un professionista sia bravo nel proprio ruolo, egli padroneggia un unico linguaggio, il quale si dimostra in ogni caso limitato e limitante nel tentativo di comprendere la dimensione umana che si presenta in cura. Mi sembra necessario cogliere la nostra utilità verso il soggetto che soffre, ma di pari passo mi sembra necessario riflettere anche sulla nostra limitatezza. Per questo è fondamentale rivolgersi a tutti i saperi sull’uomo i quali,  nella loro parzialità, possono fornire dettagli differenti al terapeuta sulla vita del soggetto tali da adottare posizioni diverse nei confronti di alcune “evidenze” diagnostiche.


D. Questo porta ad una contrapposizione tra riduzionismo ed olismo?
R. Il discorso potrebbe anche essere tradotto totalmente in questi termini, ovvero il passaggio tra il to cure che vuol dire essere in grado di curare dunque di intervenire in maniera puramente tecnica sulla malattia e il to care, che significa prendersi cura in maniera umanistica, ovvero riuscire ad integrare il sapere tecnico-specialistico con l’analisi degli aspetti che donano senso alla dimensione singolare e propria del soggetto che vive ed elabora la crisi prodotta dallo stato patologico.

D. Quindi, secondo te, la sfida maggiore di oggi all’interno dell’intervento terapeutico è costituita dalla costruzione di un dialogo che punti a realizzare una pratica olistica della cura?
R. Penso che ciò che oggi viene chiesto ai medici, in questo caso agli psichiatri, sia uno sforzo enorme e difficilissimo, ovvero quello di comprendere il paziente, dovendo restituire senso e significato al lavoro tecnico che si sta compiendo senza ridurre lo stesso atto alla dimensione espressiva donata dalla sola esecuzione diagnostica. Non è possibile abbandonare i medici a questo durissimo lavoro, ma bisogna aiutarli collaborando con loro e portando le diverse sfaccettature che i nostri differenti saperi, filosofico, economico, giuridico, religioso, psicologico ecc, ci permettono di evidenziare nei soggetti in cura. La sfida che oggi ci attende è quella di riuscire a costruire un dialogo interdisciplinare proficuo che, tenendo conto delle mille variabili che costituiscono una vita singola, possa aiutare sempre di più ad alleviare le sofferenze dei soggetti in cura.

 

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