Il titolo stesso anticipa l'ambientazione di quasi tutto il romanzo, la subway, il luogo dove vivono in situazione di emarginazione molti dei protagonisti.
È una storia di emarginazione, dove due mondi, quello degli esclusi e quello considerato normale, s'intersecano e spesso si confondono in un susseguirsi di luci e ombre.
Paolo Maria è un uomo di trent’anni che di giorno vive tra le stazioni del metrò, trascinando con sé sempre la sua pianola e cercando di sbarcare il lunario chiedendo l’elemosina. La sera dorme in un ostello. Coriandolo è una senzatetto sui cinquant’anni, anoressica e con problemi di memoria, che vive e dorme nella Subway.
Bianca Brotto ha pubblicato il suo secondo romanzo “Perché io”, nel 2014 aveva pubblicato sempre con Edizioni Psiconline, il romanzo d’esordio “Dentro le scarpe”. Questa volta si tratta di una biografia, la storia di Chiara una professionista affermata, “a cui la vita ha chiesto di rinunciare a tutto per diventare ciò che era destinata ad essere”.
Raccontare la storia della protagonista, Chiara, “è stato un viaggio fra le incognite e i misteri dell’esistenza, è stato come quando si scala una montagna: il sentiero è a tratti impervio, può nevicare, grandinare e soffiare vento, ma una volta raggiunta la cima, l’emozione della vetta ripaga di tutte le fatiche” una esperienza ricca di emozioni e per usare ancora le parole dell’autrice “Perché io? mi ha condotta nell’intimità dell’esistenza facendomi penetrare un mondo invisibile, ma assolutamente reale. Con Chiara ho compreso che la vita dipende dal colore che utilizziamo noi per dipingerla”.
Quando Ruben eredita l’attività di calzolaio sui Navigli milanesi, dopo la scomparsa del precedente Maestro Camillo, sa che quello è il suo ineludibile futuro: diventare a sua volta il Maestro e, attraverso uno specchio – antichissimo, eterno, forse – leggere il passato e il futuro dei clienti che entrano nel suo negozio, per provare a incidere sulle loro esistenze.
Nel corso degli anni, la piccola ma accogliente bottega accoglierà un variopinto campionario di umanità: personaggi dalle sorti spesso avverse che a volte si incroceranno e non di rado – ma non sempre – Ruben riuscirà a salvare, offrendo loro, grazie alle scene viste nello specchio, la possibilità di modificare il corso degli eventi.
Sarà nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno che Ruben conoscerà Alessandro, un bambino di cinque anni che ha il suo stesso dono; da questo momento le vite dei due Maestri si incroceranno più volte finché Alessandro, dopo molti anni perduti alla ricerca di Vittoria, la ragazza amata e, suo malgrado, abbandonata, maturato e libero dalle ossessioni, erediterà la bottega, con i suoi strani oneri, mentre Ruben si allontanerà discreto, evanescente, come il suo Maestro prima di lui.
Scorrendo i ventun capitoli, le storie dello scampolo di umanità di passaggio nel negozio si intrecciano così con le vite del protagonista e del suo successore in un arco temporale che va dal 1950 al 1992.
Di seguito le impressioni di alcuni lettori:
"DENTRO LE SCARPE mi ha fatto sorridere e commuovere con storie e personaggi talmente veri da rimanere in testa e accompagnarmi nella vita fuori dalle pagine. Il passato e il presente di uomini e donne con segreti, dolori che arrivano da lontano tormentando il loro presente e gioie che vorrebbero rivivere ma sembrano ormai irraggiungibili, mi hanno toccata profondamente arrivando dritti al centro, percorrendo strade che ho riaperto e che non ricordavo neppure di aver chiuso. Ruben, il protagonista principale, crea squisite calzature con tutta la lentezza, l'accuratezza e l'amore che dovremmo dedicare a noi stessi e alla nostra vita; lui e la sua bottega artigianale fanno da catalizzatori e scaldano il cuore, fanno da riparo e rifugio e rivelano verità anche scomode agli avventori". (Daniela)
"Libro molto bello: complesso, ma ben strutturato, ricco nel linguaggio e nelle immagini. I personaggi, anche quelli minori, sono ben delineati e le loro vicende incuriosiscono ed appassionano.
“Dentro le scarpe” va ben oltre la trama; trascina alla scoperta del significato della vita e della morte, del destino del quale ognuno è artefice e dell’importanza della “sapienza” che sa leggere i segni e può suggerire rimedi. Dietro al “maestro” che “vede” nello specchio, penso sia nascosto ognuno di noi che ha la possibilità di interpretare la propria vita e quella delle persone che gli stanno accanto; se guidato da un “purezza” di sguardo che diventa saggezza può orientarsi ed orientare verso un futuro di speranza.
Complimenti all’autrice: mi ha divertito e commosso, ha reso viva davanti ai miei occhi la vita sui navigli, quella di un tempo e quella più recente, mi ha trascinato in un viaggio all’apparenza solo fantastico, ma dai contorni molto reali, che parlano, in fondo, anche di me". (Paola)
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