D. Perché scrivere un testo che parla di Ansia?
R. Siamo nel bel mezzo di un cambiamento epocale sotto molti punti di vista: tecnologico, politico, sociale, economico, culturale, di cui non possiamo vederne la conclusione, né tanto meno i contorni definiti in cui scorre la nostra vita, sia privata che pubblica.
Questo stato di indeterminatezza si riverbera a livello psicologico in un senso di incertezza che di per sé contribuisce ad aumentare la quota di ansia che ci deriva dai nostri processi emotivi interni.
Penso sia opinione diffusa non solo fra chi si occupa professionalmente di psicologia come i problemi correlati all'ansia siano un po' Il Problema dei giorni nostri.
A fronte di ciò assistiamo ad un proliferare di un Mercato del Benessere che si ripropone di offrire soluzioni e rimedi sempre più rapidi, economici e appetibili sul piano dell'immagine sociale e delle mode culturali imperanti.
Molte di queste offerte fanno riferimento a metodologie serie e validate scientificamente ed empiricamente anche per situazioni di interesse clinico, mentre altre sono pur valide, come ausilio a mantenere un certo equilibrio emotivo ed a contenere lo stress. Tuttavia non si può ignorare come moltissime siano le tecniche, i training, le pratiche, talvolta presentate come novità assolute, talaltra proposte vantando una storia "millenaria", che di fatto son poco meno che palliativi pressoché inutili, quando anche non si rivelino francamente dannosi.
A fronte di ciò il libro si propone di offrire una visione dell'ansia e dei fenomeni associati comprensibile, che possa anche aiutare a destreggiarsi nell'apprendere praticamente come iniziare a gestirla in termini riconosciuti efficaci dalla pratica clinica consolidata.
D. A chi è consigliata la lettura di Ansia, Stress e Crisi di Panico?
R. Il libro ha un chiaro carattere divulgativo, intendendo però con ciò non un'occasione di informazione scientifica rigorosa ed esaustiva sul tema.
Piuttosto l'intento è stato quello di offrire una visione dell'ansia e dei fenomeni correlati per così dire "maneggevole", semplice, sperabilmente utile al fine di ottenere una visione generale dei fenomeni che un po' tutti sperimentiamo in una forma o nell'altra nella vita di tutti i giorni.
L'assunto di fondo è che disporre di un senso complessivo che possa rendere accessibili alla comprensione le sensazioni, i pensieri, le dinamiche implicate nell'ansia ce le renda già un po' meno inquietanti. Nel momento in cui una realtà non ci appare più così ignota, oscura ed indecifrabile, di per sé ne vediamo diminuire il potere ansiogeno e perturbante.
Nella seconda parte del libro poi sono indicate strategie diverse con cui approcciare la gestione della propria ansia attraverso indicazioni, esemplificazioni e strumenti pratici.
Coerentemente con l'intento delineato si è curato in modo particolare la forma ed il linguaggio.
Nel libro non si troveranno termini tecnici o appartenenti al gergo scientifico, se non in qualche raro caso in cui per la loro capacità esplicativa sono fatti oggetto di un'ampia descrizione. Nella forma si è mantenuto costantemente un tono colloquiale, assolutamente non accademico, con abbondanti metafore ed esemplificazioni, si sono aggiunte poi alcune figure utilizzate sia per illustrare i concetti proposti che per alleggerire la lettura.
Nello sviluppo dei concetti, infine, si sono utilizzati principi che fanno parte della cultura di base di tutti noi, in particolare della prospettiva evoluzionistica.
D. …quindi, in sintesi, chi “dovrebbe” comprare il libro?
R. Il lettore ideale del libro non penso sia tanto una persona interessata a una teoria scientifica dell'ansia in quanto tale, che si ripropone di conoscere le ultime ricerche in proposito o che spera di trovare nell'opera una concezione originale sul piano teorico. Il lettore ideale è piuttosto una persona desiderosa sul piano pratico di comprendere meglio il proprio funzionamento mentale al fine di reperire qualche linea di azione utilizzabile per iniziare a migliorare il proprio stato di benessere psico-fisico.
Tuttavia per il suo carattere il libro è concepito per essere anche un ausilio psicodidattico a disposizione di psicoterapeuti, psicologi, psichiatri, educatori, medici, ecc. interessati a disporre di uno strumento agile e di facile impiego da proporre nello sviluppo di piani psicoterapeutici, nel trattamento di semplici stati ansiosi, nel training per la gestione dello stress, nel supporto alla cura medica o nella riabilitazione, come coadiuvante della farmacoterapia psichiatrica, nei processi educativi e di supporto psicologico in generale.
D. Che cosa è l'Ansia?
R. Nel libro si propone una visione inusuale, quella di considerare l’ansia di per sé parte di un processo fisiologico funzionale e normale, anzi essenziale per la sopravvivenza.
In sintesi, partendo dalla considerazione della serie complessa dei bisogni umani delineata da Maslow nel 1954, si propone di individuare l’ansia come parte della dinamica finalizzata a mobilitare con urgenza le risorse dell’organismo nel momento in cui la soddisfazione di uno o più dei bisogni fondamentali appare in forse nell’immediato futuro.
Nel libro si delinea il funzionamento fisiologico di tale sistema di allarme e azione, le sue caratteristiche che dipendono da molte variabili soggettive e le circostanze per cui tale dinamica determinata geneticamente finisce per dare luogo ai problemi ansiosi e ansia-correlati nelle varie forme conosciute.
D. Tutti ne soffriamo?
R. Nel senso delineato, grazie al cielo tutti disponiamo del sistema di allarme e azione urgente descritto. Tuttavia è pur vero che tutti ci troviamo a vivere nelle circostanze per cui inevitabilmente l’ansia determina stress, attraverso il permanere dell’attivazione senza possibilità di soluzione della situazione critica attuale.
Come detto la vita quotidiana determina un certo grado di stress, che tuttavia può sommarsi ad una quantità di ansia derivata da dinamiche emotive interiori tali da coinvolgere bisogni rivolti alla nostra socialità, all’affettività, al senso di sé, alla coerenza valoriale ed emotiva interiore, ecc.
D. Ci sono modi diversi di percepire e di manifestare l'Ansia?
R. Certamente, esiste una variabilità individuale notevole sia per quanto riguarda la sensibilità alle condizioni che generano ansia che per quanto riguarda la capacità di sostenere alti livelli di stress senza danni.
Esistono tuttavia elementi soggettivi più squisitamente psicologici che appaiono di grande rilievo clinico, innanzi tutto il fatto che la scala gerarchica dei bisogni a cui dobbiamo rispondere per il nostro benessere è strutturata in parte in senso culturale e condizionata dall’educazione ricevuta. Oltre a ciò la circostanza che lo scatenarsi della reazione d’allarme dell’ansia dipenda dalla previsione del fatto che una certa condizione potrebbe metterci in crisi, fa sì che le esperienze precedenti finiscano per modulare la previsione di poter affrontare la crisi incombente sia nel senso di far aumentare il senso di inadeguatezza che di consentire di diminuire l’ansia sentendosi sicuri sul fatto che supereremo la difficoltà senza danno.
Per quanto riguarda le espressioni dell’ansia sicuramente a seconda della personalità dell’individuo abbiamo un espressività che può essere maggiormente sul piano fisico piuttosto che sul piano emotivo o comportamentale.
D. Quando si parla di Ansia a cosa ci riferiamo? Esistono condizioni più o meno gravi di ansia?
R. Sicuramente parlando comunemente, con il termine ansia ci riferiamo soprattutto ai disturbi causati dagli stati in cui non si riesce a contenere efficacemente l’ansia, così che la persona finirà per disorganizzarsi. Tali stati possono andare incontro ad un espressione somatica in vari e diversificati problemi di ordine medico o sfociare in forme più o meno gravi di depressione.
In casi specifici, entrando in gioco specifici circuiti patologici ricorsivi, si possono avere sequenze di crisi di panico potenzialmente in grado di costituire un notevole fattore invalidante per la persona e di disagio per i congiunti, i parenti e gli amici della stessa.
Esiste poi uno stile con cui le persone imparano a fronteggiare l’ansia tentando di contenerne gli effetti negativi. Tali differenze costituiscono parti del carattere delle persone, tuttavia nel momento che i meccanismi difensivi deputati al controllo dell’ansia si irrigidiscono e generalizzano la loro risposta, diminuendo anche la soglia di attivazione, possono dare luogo alle varie forme nevrotiche descritte dalla psicopatologia classica.
D. Come funziona l'ansia e a che serve?
R. Come accennato in precedenza in questo libro si propone di considerare essenzialmente l’ansia quale parte di un sistema di allarme e attivazione del complesso organico psico-fisico a servizio della soddisfazione dei bisogni fondamentali della persona.
Naturalmente questo è un modo di vedere fra le diverse descrizioni possibili. L’aver scelto questo con un carattere abbastanza narrativo, piuttosto che uno più rigoroso e ricco di contenuti scientifici sperimentali e bibliografici, risponde essenzialmente agli intenti pratici delineati in precedenza e legati all’assunzione di un tono ed un linguaggio il più possibile friendly.
Potremmo dire una metafora descrittiva con un significato eminentemente pragmatico.
D. Quando diventa un vero e proprio disturbo?
R. Nel libro si segnala giustamente il grado diverso in cui si può presentare il fenomeno ansioso. Può essere episodico legato a specifiche situazioni contingenti o costituire un fastidio più persistente, legato a rigidità delle difese caratteriali adottate o alla persistenza di un grado moderato di stress ambientale.
Può tuttavia trovare espressione sul piano della salute fisica attraverso il sorgere di patologie più o meno strettamente legate alle dinamiche proprie dell’attività del sistema Simpatico.
Negli stati di stress intensi e prolungati le variazione soprattutto a livello ormonale provocano un complessivo indebolimento di tutto l’organismo, in particolare attraverso la depressione del sistema immunitario e la suscettibilità ai processi infiammatori.
Un discorso a parte va fatto poi per quanto riguarda la già accennata evenienza che si instauri una serie ricorrente di crisi di panico o si generi nella personalità una struttura emotiva francamente nevrotica.
D. Quali sono le strategie per difendersi dall'ansia, per non soccombere?
R. Nel libro si delineano tre tipi di strategie possibili. La prima può essere costituita dal’acquisizione di una visione più generale e complessiva dei fenomeni ansiosi per ridurre in prima istanza l’ansietà che generano in noi sensazioni e sintomi cha avvertiamo inspiegabili, disturbanti e fuori dal nostro controllo. Come dico nel libro, la lettura di quest’opera potrebbe già offrire occasione per affrontare questo aspetto.
Un secondo tipo di strategie, che chiamo “calibrazione del processo dell’ansia”, è indirizzato a intervenire nelle varie fasi del funzionamento ansioso per modificarne la risposta in modo più opportuno ed adattivo. A questo riguardo il libro contiene una sequenza progressiva di procedure con cui esaminare i vari punti critici e su cui poi iniziare a intervenire.
Un secondo tipo di strategia definito “calibrazione della sensibilità all’ansia” si propone di aiutare a stabilizzare e a ridurre il livello di base dell’ansia così da diminuire nel complesso la suscettibilità della persona agli eventi perturbanti ed agli effetti dello stress. In tal senso di delinea l’utilità di tutta una serie di esperienze, pratiche ed attività a carattere ludico, artistico, culturale o sportivo che appaiono di grande utilità in proposito e si fornisce una guida per seguire semplici esercizi di rilassamento psico-fisico da svolgere autonomamente.
D. Dunque con questo libro possono essere affrontati efficacemente tutti i problemi legati al’ansia?
R. Su questo punto nel libro mi esprimo spero con molta chiarezza, in un capitolo intero (“Una questione della massima importanza”) e poi ancora nell’epilogo (“Saluti e Raccomandazione finale”). I problemi legati all’ansia possono costituire un disturbo passeggero, un semplice fastidio tutto sommato sopportabile o un ostacolo al raggiungimento di un miglior stato di benessere psico-fisico. In questi casi il libro nel senso delineato penso e spero possa essere utile ad iniziare a sperimentare modalità per raggiungere una miglior gestione di sé e di propri meccanismi mentali.
Tuttavia nel libro si descrivono e si delineano casi e circostanze per cui si possono instaurare gravi patologie invalidanti e perniciose sul piano del comportamentale, su quello dell’equilibrio mentale e su quello fisico. In questi casi si raccomanda con la massima chiarezza la necessità di ricorrere ad un aiuto professionale qualificato e certificato, innanzi tutto di tipo psicologico, in certi casi supportato magari da un intervento farmacologico ben calibrato.
In questi casi l’utilità che mi auguro possa avere il libro è quella di ispirare e di sostenere il lettore che dovesse trovarsi in una condizione simile, nella presa di coscienza del proprio stato, senza drammatizzarlo, ma assumendo su di sé in prima persona la responsabilità di curarsi, ricercando l’aiuto necessario con fiducia e libertà intellettuale.
D. Se dovessimo riassumere il senso del libro in una frase? una sorta di slogan…
R. “L’Ansia è una cosa seria, tanto vale trattarla con leggerezza!”
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