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Intervista a due voci agli autori di Attimi Paralleli

Cop Attimi paralleliPubblicato da poco per i tipi editoriali di Edizioni Psiconline, ATTIMI PARALLELI. UNA STORIA A DUE VOCI, (A Tu per Tu, pp.gg. 214, formato 15x21, rilegato in brossura, € 16.00) si presenta come un volume interessante e ricco di implicazioni profonde ed attira l'interesse del lettore sia per il suo contenuto che, in particolare, per lo stile con cui è stato scritto. Ogni capitolo, infatti, ha una "doppia versione", quella dalla parte di lui e quella dalla parte di lei. Colpiti dai contenuti del libro, abbiamo voluto intervistare i due autori, Antonio Di Giovanni e Carmela Ferrara, per cercare di penetrare in profondità i segreti e le motivazioni che stanno dietro ad un romanzo così particolare.


Comodamente seduti e decisamente rilassati, quasi dovessero parlare di cose non loro, Antonio e Carmela si preparano a rispondere alle nostre domande che vogliono "essere dalla parte del lettore" per comprendere e penetrare nelle profondità di un libro che si presenta ricco di emozioni già a partire dalla tecnica con cui è stato scritto.

 

Partiamo proprio da questo  e chiediamo ad Antonio Di Giovanni il perché di questa scelta così particolare e nuova...

digiovanni 300x300Entrambi, senza saperlo, stavamo scrivendo un romanzo separatamente. Entrambi avevamo in mente qualcosa di simile a quello che è poi diventato “Attimi Paralleli”. Poi dopo esserci conosciuti su Facebook ed aver parlato a lungo dei nostri rispettivi progetti , ci è sembrata una buona idea quella di creare due “Io narranti” che raccontassero la stessa storia, ognuno dal proprio punto di vista, con la particolarità che quello maschile si alternasse a quello femminile. Abbiamo voluto sperimentare questa tecnica, se vogliamo, pionieristica, dove alla parola scritta venisse affidata una funzione filmografica. Diciamo, quasi a volerle attribuire il pregio della narrativa scritta mescolata alla vicenda cui si sta per assistere. Quasi una messa in scena filmica accompagnata dalla scrittura, come una sequenza di sottotitoli che richiamano i personaggi e le situazioni all’interno dell’azione stessa.

 

A Carmela Ferrara, invece, chiediamo cosa si provi a doversi costantemente confrontare, da scrittrice, con un partner che, dall'altra parte, scrive dello stesso argomento ma in modo diverso...

E’ stato molto stimolante e divertente, in quanto eravamo al tempo stesso, scrittori e lettori. Antonio scriveva il suo capitolo e me lo inviava via mail ed io, sulla base del suo, scrivevo il mio. Successivamente avveniva il contrario. Benché ci fosse un canovaccio ben definito da seguire, nessuno dei sue sapeva cosa avrebbe scritto l’altro e lo scopriva solo al momento in cui lo leggeva. Si era creata una sorta di corroborante competizione, che andava oltre la scrittura, per diventare una sfida di genere. Infatti, mentre Antonio, faceva agire Alex sulla base di presupposti prettamente maschili, io muovevo Loreley al femminile, in un gioco altalenante di azione e reazione a ciò che era scritto nel capitolo dell’altro. Si era innescato un meccanismo del tipo: “Alex ha fatto questo? Allora Loreley farà quest’altro” e viceversa. Tutto ciò, ha creato una fortissima immedesimazione da parte nostra, nei personaggi che, però ad un certo punto hanno acquistato vita propria, prendendo il sopravvento. E così, se all’inizio eravamo noi a manovrare i fili delle loro azioni, dopo un po’ ci siamo accorti che erano loro a muovere noi, comportandosi così come due persone di quel tipo si sarebbero comportate in determinate situazioni, indipendentemente dalla volontà dello scrittore. 

 

Ci incuriosisce, in ogni caso e lo chiediamo ad entrambi, il perché di questa scelta. Come è stata ideata, praticata ed infine pubblicata...

 ferrara 300x300La scelta di scrivere un romanzo con questa tecnica è derivata dalla volontà di descrivere i due universi (maschile e femminile) effettivamente da due punti di vista, ossia quello dell’uomo e quello della donna. Pertanto usando la particolarità della tecnica cinematografica, del campo e del controcampo, abbiamo potuto sviluppare separatamente le volontà e le riflessioni dei due protagonisti. Ognuno di noi da solo avrebbe potuto descrivere entrambi i ruoli, come altri scrittori hanno fatto, ma il lavoro, a nostro avviso, si sarebbe rivelato riduttivo e incompleto. Un uomo, per quanto possa sforzarsi di interpretare e capire, non potrà mai entrare in pieno nei meandri mentali di una donna, così come una donna, per quanto brava, non sarà mai capace di comprendere e sviscerare a fondo le forme di pensiero maschile. Per quanto riguarda invece la realizzazione di questa tecnica, dobbiamo ammettere che è stata più difficile di quello che pensavamo all’inizio. In corso d’opera ci siamo accorti di quanto fosse complicato incastrare tutte le scene per fare in modo che combaciassero e che non ci fossero contraddizioni o stonature. Facciamo un esempio: in un capitolo Alex viene chiamato da Loreley al cellulare, ma lui non risponde in quanto non sente lo squillo, visto che il telefono è in modalità silenziosa. Dopo un po’ se ne accorge e richiama Loreley, ma anche lei non risponde perché, trovandosi nella confusione di un bar, non sente squillare il telefono. Questa situazione, con la variante della descrizione dei diversi posti in cui si trovano i due protagonisti, e delle diverse spiegazioni che ognuno di loro dà alla mancanza di risposta, viene descritta sia nel capitolo di lui che in quello di lei e abbiamo dovuto narrarla facendo combaciare gli orari in un sincronismo perfetto, e strutturando contesti plausibili che rendessero il tutto realistico. In molti altri capitoli, ci sono circostanze di questo tipo. Insomma, è stata una faticaccia.

 

La storia, in fondo, sembra essere classica. Un uomo, una donna, l'incontro, l'amore... perché un lettore dovrebbe scegliere il vostro libro fra i tanti che il mercato offre costantemente e con tanta abbondanza. Cosa lo distingue, lo caratterizza, lo rende diverso?

Intanto crediamo per la tecnica narrativa che abbiamo utilizzato e che, finora, non è mai stata adottata da nessuno scrittore. Questo modo di scrivere, da quello che ci viene detto, rende il libro oltremodo avvincente. Dopo aver letto un capitolo, a quanto pare, si vuole passare subito a quello successivo per scoprire il punto di vista dell’altro e così via. Forse è per questo che coloro che lo hanno letto ci hanno detto che è un libro che si consuma tutto d’un fiato. E poi, nel romanzo, ci sono molti spunti di riflessione introspettiva e situazioni che la gran parte di noi, nella propria vita ha, in qualche modo, vissuto. Sono in tanti quelli che, pur non avendo avuto una storia d’amore come quella di Alex e Loreley, hanno provato le stesse emozioni, gli stessi sentimenti, le stesse delusioni o gli stessi dolori. Nel romanzo c’è  la vita reale, quella di tutti i giorni, quella vita reale che ci dà gioie ma anche sofferenze. Abbiamo voluto dipingere un quadro realistico senza edulcorare il racconto, dove non ci sono principi e principesse nel castello incantato, ma persone vere che devono combattere con gli avvenimenti che loro stessi producono. Perché, benché, nella trama, sembri che il destino giochi un ruolo cruciale, in realtà ciò che viene fuori è che non sono gli eventi a determinare la nostra vita ma sono i nostri comportamenti a provocare le circostanze.

 

Perché, ancora, una storia d'amore. Perché l'amore sembra essere la panacea di tutti i mali ed è ancora possibile crederlo oggi, in una società dove tutto sembra già abbondantemente superato?

Una vita affettiva appagante aiuta, indubbiamente, a vivere meglio, ma solo se, prima di tutto, ognuno di noi vive bene con se stesso. La stessa parola “amore” si presta a mille interpretazioni perché è utilizzata per esprimere una vasta gamma di sentimenti che possono anche non avere quasi nulla in comune tra loro. L’amore per un figlio, per la patria, per il prossimo, per un Dio, ecc., sono espressioni di stati d’animo molto diversi tra loro. Ma quando si dice “Amore” con la A maiuscola, tutti noi sappiamo bene a cosa ci si riferisce. E’ l’amore più importante, dirompente, incontrollabile, che può renderci schiavi o pazzi, inermi o aggressivi, colmi di gioia o disperati, ed è senz’altro e soltanto quello che può nascere tra una coppia, che però nel nostro libro viene dato come un dono a metà. Alex e Loreley difatti dovranno fare i conti con il “fardello”, che noi autori abbiamo voluto dare ad entrambi i personaggi. L’amore è un sentimento irrazionale, non c’è dubbio e non se ne conoscono i confini,  difatti si può vivere per anni affianco ad una persona senza avere provato alcuna attrazione particolare, poi, di punto in bianco, sentire per un’altra persona, appena conosciuta, una vampata di desiderio irrefrenabile, accorgerci che non possiamo più farne a meno, che desideriamo con tutte le nostre forze la sua presenza, il suo contatto, il suo affetto ... in una sola parola: il suo amore. Ecco, con questo non possiamo affermare che questa sia la panacea che tutti vorremmo, ne sappiamo dare una spiegazione a questi fenomeni, ma di certo possiamo affermare che quando questo avviene, ed è reciproco, è meraviglioso. I due protagonisti del libro, Alex e Loreley, si amano follemente, eppure non riescono ad assaporare pienamente la loro storia d’amore a causa delle paure, delle insicurezze, delle diffidenze che sopraggiungono perché nessuno dei due è centrato su se stesso, ma gioca un ruolo che si è creato per timore di mostrarsi per quello che è realmente. In una società come la nostra quindi dove tutto, come dice lei, sembra superato resta di fatto il problema dell’incomunicabilità che c’è tra uomo e donna che altro non è che la paura di esternare emozioni, sensazioni, percezioni e pensieri e di rivelare, di conseguenza, la propria fragilità.

 

Siete ormai "in tour", come scrittori avvezzi alle scene. Cosa accade con i lettori che vi seguono nelle vostre presentazioni, quali interazioni, feeling, contrasti si creano?

Stiamo riscontrando un grande interesse da parte di tutti, al di là delle aspettative. Ci fa particolarmente piacere il fatto che durante le presentazioni il pubblico rimanga particolarmente colpito e incuriosito e, soprattutto partecipi in maniera attiva. Molto spesso la presentazione di un libro si riduce ad una mera descrizione, nonché esaltazione, del “prodotto”, nel nostro caso invece (almeno finora) si è sempre creato un feed-back positivo con le persone presenti. Sono molti quelli che pongono domande, che vogliono saperne di più, che cercano di entrare maggiormente nel profondo della storia e dei personaggi, quasi come se questi ultimi fossero delle persone reali, da scoprire e da conoscere per coglierne tutte le sfaccettature. La nostra impressione è che i due protagonisti del libro, probabilmente per come sono stati descritti, ad un certo punto, escano dalle pagine e acquistino vita propria. Tant’è che, spesso, noi autori passiamo in secondo piano e sono loro a condurre i giochi. In molti casi le domande non vengono poste ad Antonio e Carmela, ma ad Alex e Loreley. Questa per noi è una grandissima gratificazione, in quanto significa che siamo riusciti a dare un’anima a due figure immaginarie, trasferendole dalle righe alla realtà.

 

Edizioni Psiconline, Casa Editrice specializzata in psicologia e psicoterapia, ha scelto di pubblicare il vostro romanzo inserendolo all'interno della nuova Collana A Tu per Tu, di carattere prettamente divulgativo. Come il vostro libro si confonde o si fonde con la psicologia e la divulgazione psicologica?

935416 4612325598851 1962316834 n 300x300Il libro, a nostro avviso, ha una forte connotazione di carattere introspettivo. Apparentemente narra una storia d’amore, ma, leggendolo, ci si rende conto di come questa storia sia solo il pretesto per parlare di tanto altro. Nei fatti viene raccontato il viaggio di due individui, all’interno del proprio io, alla ricerca di un equilibrio o, quanto meno, di quelle risposte ai tanti perché che ognuno si porta dentro. Alex e Loreley siamo tutti noi, con i punti di forza ma, soprattutto, con le nostre debolezze e le nostre paure che spesso nascondiamo per timore di apparire vulnerabili. Il libro ci dice che avere la forza di non nascondere le proprie fragilità, ma palesarle, prima di tutto a se stessi, e successivamente accettarle, significa compiere un grande passo in avanti per superarle. E’ un esercizio difficile, che i due protagonisti compiono, tra mille difficoltà e che li porterà ad una catarsi che modificherà la loro vita. Ad Alex e Loreley viene dato il dono dell’amore, ma al tempo stesso, vengono azzoppati. Come reagiranno? Quanto gli ostacoli riusciranno a prevalere sulla ricerca di una convivenza serena con la parte più profonda di loro stessi? Quanto potere ha il lato esterno della vita sul substrato dell’anima? Crediamo che nel libro ci siano forti spunti di questo tipo. Non abbiamo la pretesa di dare risposte con carattere di verità assoluta, crediamo che ogni lettore, tra le righe possa leggere la propria, identificandosi con i protagonisti.

 

Progetti per il futuro? Entusiasti della vostra nuova veste di scrittori? Novità in cantiere oppure per ora pensate di godervi il meritato successo?

 Intanto stiamo assaporando la soddisfazione che ci danno coloro che hanno già letto il libro. Riceviamo commenti entusiasti, più di quello che ci aspettavamo. Tutti ci dicono che, durante la lettura, si sono commossi, emozionati, immedesimati nei personaggi. Questo significa che siamo riusciti in un esercizio piuttosto difficile, ossia trasmettere delle emozioni, vere e profonde, attraverso la scrittura e arrivare al cuore del lettore. Ci sono tanti libri belli e scritti bene, ma sono pochi quelli che ti prendono al punto che non riesci a interrompere la lettura. Con il nostro ci hanno detto che capita questo. Un lettore ci ha detto che per terminare il libro è rimasto sveglio tutta la notte e il mattino dopo ha dovuto prendersi un giorno di ferie, un’altra, che lo leggeva in metro, non si è accorta di essere arrivata alla fermata alla quale doveva scendere ed è arrivata al capolinea. Un’altra ancora ci ha scritto affermando che, dopo aver finito il libro, per due giorni non ha fatto altro che pensare ad Alex e Loreley. E poi ci sono anche coppie che litigano perché ognuno di loro non vuole cederlo all’altro. Al di là dei complimenti per la tecnica narrativa adottata o per alcuni passaggi particolarmente toccanti, questi sono gli appagamenti più belli. Quanto al futuro, in cantiere c’è già un nuovo romanzo, che ha la stessa tecnica ma una storia più articolata e un intreccio più sottile, oltre una variante più articolata: i personaggi sono tre. Abbiamo già iniziato a scrivere qualcosa, ma ce la prendiamo con calma. Ora è il momento di goderci “Attimi paralleli”, con la speranza di riuscire ad arrivare ad un numero sempre maggiore di lettori.

 

Siamo alla fine del nostro incontro, intenso e ricco di suggestioni, e ringraziamo davvero Antonio Di Giovanni e Carmela Ferrara per averci consentito di entrare così profondamente nel loro lavoro ma, soprattutto, nel loro modo di vedere e sentire il mondo e l'amore.

 

A tutti i nostri amici diamo appuntamento alla prossima intervista.

 

 

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