In cosa consiste l'aspetto mentale quando parliamo di performance atletica? Come allenare la nostra mente per avere una ricaduta a livello sportivo? Nel volume Cesare Picco risponde a queste domande ponendo al centro della scena il concetto di stress e la sua gestione.
D. Quando hai sentito la necessità di scrivere questo libro?
R. Posso dire che per scriverlo ho impiegato due anni, ma le idee sono maturate negli ultimi 7/8 anni. Il libro è il frutto di un dialogo condiviso con le persone incontrate durante le formazioni in ambito aziendale. Mi piace pensare che il libro non sia solo mio, ma di tutti gli incontri accaduti e di tutte le persone che hanno dato la loro disponibilità a riflettere su di sé.
Quando questa molteplicità di pezzi si è sedimentata ho sentito che era il momento di provarci. Dico provarci, perchè l'idea è arrivata in un minuto, ma farla crescere a sufficienza per metterla su carta è stato veramente molto faticoso e ha richiesto un impegno e una dedizione superiore della tesi universitaria o di specializzazione.
D. Cosa propone di nuovo questo volume? Raccontaci come è nato.
R. Sono stato contattato per parlare ad un evento che precede l'Ecotrail Firenze, una gara magnifica che si snoda nelle vie della città toscana e sulle sue colline organizzata da Spirito Trail. Decisi di declinare in ambito sportivo, il modello di cui parlavo in contesto aziendale e presentarlo. Stefano Ruzza, un amico e forte runner, mi disse che sarebbe stato interessante se avessi avuto con me un libro dove trattavo quello di cui avevo parlato. Ecco nato il progetto del libro.
Il libro credo possa essere interessante perchè propone un modello che segmenta la popolazione sportiva, e generale, in 5 differenti tipologie. Ogni tipologia è caratterizzata da un “motore mentale” che richiede più o meno stress per funzionare al meglio e che ci permette di utilizzare al meglio le nostre risorse interne.
Conoscere quale “motore mentale” ci contraddistingue ci fornisce importanti indicazioni per intraprendere comportamenti efficaci per rendere al meglio e ottimizzare la performance.
D. A chi si rivolge?
R. Principalmente ai professionisti che lavorano nel dietro le quinte del mondo dello sport: psicologi sportivi, allenatori, preparatori atletici, fisioterapisti. Credo però i principali beneficiari siano gli atleti.
L'idea alla base del libro è nata in contesto aziendale, quindi seppure la cornice sia differente penso possa essere di grande aiuto anche alle diverse tipologie di lavoratori.
D. Quando è nato l'interesse per lo sport e per la psicologia associata allo sport?
R. Ho praticato principalmente calcio fino ai 20 anni. Con gli anni universitari la mia vita è diventata decisamente più sedentaria, ma da 5 anni pratico con regolarità ciclismo e corsa. Ho sempre avuto uno spirito particolarmente competitivo e lo sport mi aiuta a sfogare questa mia inclinazione, che è meglio saper mettere da parte quando lavoro come psicologo clinico o come consulente aziendale.
L'interesse per la psicologia dello sport è nato praticando sport. Diciamo che ho difficoltà a smettere i panni dello psicologo e in ogni attività che intraprendo cerco di cogliere implicazioni in tal senso. Due anni fa ho poi deciso di avviare un sito di psicologia sportiva (www.psichesport.com) con due amici (Stefano Ruzza e Francesco Inverso) nel quale ho realizzato numerose interviste a sportivi di livello internazionale.
D. Cosa si intende per stress e quando si verifica?
R. Lo stress è un fenomeno neutro che si avvia quando il nostro sistema organico deve compiere dei processi di adattamento. Per permetterci di intraprendere qualsiasi processo di adattamento, e quindi per la sopravvivenza, la natura ci ha regalato lo stress.
Seppure sia generalmente neutro lo stress può assumere forme positive o negative in relazione ai livelli percepiti e ai risultati che esso produce.
D.Quali sintomi si associano allo stress?
R. La sintomatologia può impattare ogni organo nel nostro corpo, con una prevalenza per gli organi che per noi sono particolarmente fragili. La sintomatologia è in questo senso decisamente soggettiva.
D. Qual è il compito dello psicologo nei casi di stress legati alle prestazioni sportive?
R. A mio avviso il compito dello psicologo consiste nel supportare l'atleta a maturare una maggiore comprensione dei suoi vissuti interiori, leggendo con maggiore consapevolezza il proprio livello di stress. Questo per usarlo a proprio vantaggio, con dei comportamenti tesi ad accrescerne, diminuire o mantenere il livello percepito.
D. Cosa si intende per Flow?
R. Il Flow è lo stato psicofisico in cui tutto riesce facile. Quando svolgiamo un compito senza nessun pensiero, provando piacere e procedendo senza accorgercene, siamo in uno stato di flow. Siamo spinti in avanti da una corrente favorevole.
D. Come fare per riuscire a percepire e a gestire lo stress e come fa un atleta a capire il proprio livello di stress?
R. Lo stress ci parla attraverso il corpo. Un atleta consapevole dei messaggi che il corpo manda è un atleta con una marcia in più.
D. Che cosa condiziona la prestazione di uno sportivo? Quali fattori entrano in gioco?
R. I fattori sono molteplici. In questo libro pongo al centro dell'attenzione il rapporto tra livelli di stress e livelli di performance e la competenza dello sportivo di saper comprendere se aumentare, diminuire o mantenere (premere sull'acceleratore, sollevare il piede o mantenerlo fermo), il livello di stress esperito. Ognuno di noi ha un funzionamento specifico, comprendere come funzioniamo è il miglior strumento per decidere quale comportamento sia più efficace per noi.
D. Qual è il rapporto tra stress e performance atletica e quali teorie sono state sviluppate fino ad ora?
R. Diciamo che il modello prevalente si rifà alla legge di Yerkes e Dodson, che associa livelli di attivazione e livelli di performance rappresentando la loro relazione con una curva Gaussiana. Questo modello sostiene che a bassi livelli di stress e alti livelli di stress la performance sia insufficiente, mentre a livelli intermedi sia buona o ottimale.
D. È possibile modificare la curva stress-performance?
R. Dipende. Secondo me la psicologia è la scienza del dipende. Ogni persona, e ogni curva stress-performance che la descrive, meriterebbe una risposta unica e specifica.
D. Chi è Cesare Picco sportivo e psicologo?
R. Sono un uomo curioso e appassionato. Mi piace la psicologia a 360°, ma amo anche spaziare in settori che esulano da questo settore disciplinare. Mi diverte leggere testi divulgativi di fisica, biologia, chimica e altre scienze esatte.
Norbert Wiener, il fondatore della cibernetica, sostiene che per innovare sia importante integrare discipline differenti, per approfondire far collaborare professionisti dello stesso settore. Diciamo che il mio animo ha un'inclinazione per l'innovazione e meno per l'approfondimento.
La psicologia sportiva, in questo quadro, è uno dei pezzi che compone il puzzle. Se dovessi definirmi direi che sono semplicemente uno psicologo che pratica sport.
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