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I blog di Edizioni Psiconline

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Apprendere il Training Autogeno con il volume di Patrizia Del Verme

del verme2Il Training autogeno viene semplicemente definito una tecnica di rilassamento, ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psichici di disturbi più svariati e finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire (soprattutto in presenza di stress), di curare (ha indicazioni elettive per stati d’ansia, disturbi psicosomatici, insonnia ecc) e di rafforzare le cure mediche in altre patologie.

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Patrizia Del Verme presenta Il Training Autogeno il 24 giugno a Roccadaspide

presentazione libro RoccadaspideSabato 24 giugno alle ore 18,30, Patrizia Del Verme presenta Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute, presso il Castello Filomarino di Roccadaspide (SA). Nel corso della serata si svolgerà anche un Seminario teorico-pratico.
Con la partecipazione dell'A.P.S. Liberamente Donne e l'Assessorato alle Politiche sociali e giovanili - Città di Roccadaspide.

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Redazione

Psicosomatica e Psicologia della Salute: intervista a Giovanni Garufi Bozza

copertina la torre di igeaLa Torre di Igea. Psicosomatica e psicologia della salute a cura di Giovanni Garufi Bozza è un testo nato dalle tesine d’esame degli allievi del primo anno di scuola del corso di Psicologia della Salute di Roma, con sede a Orvieto e vuole essere un’occasione di riflessione su questa area psicologica. A pochi giorni dalla sua uscita in libreria intervistiamo Giovanni Garufi Bozza.


D. Il libro si occupa di psicologia positiva, a chi potrebbe interessare la psicologia positiva?
R. Più che di psicologia positiva parlerei di Psicologia della Salute, che è il suo
nome riconosciuto internazionalmente.
Riteniamo possa interessare tanto ai professionisti quanto ai non professionisti. È un approccio che mette al centro il ben-essere personale e il miglioramento della qualità della vita. In tal senso si vedono le risorse di individui e i contesti, si esce dal modello malattia (il dominio di Panacea) e si entra nel modello salute, territorio di Igea. Si esce dall’idea della prevenzione, che implica comunque la presenza di un danno da evitare, e si entra in quella della promozione, che centra l’attenzione sulle potenzialità del singolo e del contesto.
Può dunque essere uno stimolo di riflessone importante per il professionista psicologo e psicoterapeuta, quanto per il “non addetto ai lavori” che voglia promuovere il proprio benessere e scoprire un approccio psicologico che si distanzia dalle idee diffuse nel senso comune sulla psicologia.

Garufi Bozza 2D. È un libro scritto a più mani dai corsisti della Scuola di Specializzazione, non potrebbe risentire di questo e mancare di unitarietà nell'impostazione complessiva?
R. Rispondiamo con una battuta: siamo molto affezionati alle teorie sul campo morfogenetico di Sheldrake e avendo percorso cinque anni di formazione assieme è difficile che l’inconscio collettivo non abbia creato saldi legami tra noi e tra quanto abbiamo scritto.
I focus centrali sono la psicosomatica e la psicologia della salute, ben presentate dalle prefazioni del Professor Bertini e del Professor Solano, e la base teorica è comune. Ognuno poi ha approfondito un aspetto che lo aveva particolarmente interessato.
Il lettore potrà avere l’idea di partire da uno stagno comune verso l’esplorazione di diversi mari. Finita l’esplorazione si torna a casa, al proprio stagno, alla propria torre (di Igea), e si racconta la propria esperienza in un dialogo multi-voce.

D. Nella prefazione vi rivolgete ad un pubblico particolarmente vasto, anche di non specialisti. È una indicazione corretta oppure il libro è interessante solo per chi si occupa di questa materia?
R. È un’indicazione corretta. Personalmente ho inserito riflessioni sulla psicologia della salute anche nei romanzi che ho pubblicato. Ho notato un grande interesse dei lettori sull’argomento e su un modo diverso di concepire la psicologia, come scienza delle relazioni. Oggi c’è fame di psicologia, e se è un bene da un lato, c’è anche il rischio di diffusione di concetti e professionalità iatrogeni. Pensiamo ai counseling condotti da persone non laureate in psicologia, o alle costellazioni familiari dove chiunque può diventare terapeuta. Oltre a ciò, sopravvive nel senso comune il pregiudizio sullo psicologo, come colui che cura la malattia mentale, o si tende a confondere la psicologia con le teorie freudiane. Non è un caso che abbia scelto il lapsus come argomento. In tal senso, essendo anche di facile lettura, può diventare divulgativo, sempre che non spaventi la voluminosità. Magari in futuro penseremo a un bignami della psicologia della salute. Immagino già il titolo di stampo commerciale, Le dieci cose di Igea che ti cambieranno la vita.

D. La pluralità delle voci (degli scritti) presenti può consentire una migliore comprensione della psicologia positiva e quindi un maggior interesse da parte dei lettori?
R. Riteniamo di sì, abbiamo scelto uno stile a metà tra il saggistico e il divulgativo.


D. L'idea di fondo del volume è quella di consentire un approccio che migliori la vita delle persone, pensa che davvero sia possibile farlo, agendo a livello individuale e non sull'intera società?

R. Penso sia possibile se si assume, come proposto nel testo, un approccio bio-psico-sociale, che coinvolge dunque anche il contesto di vita delle persone. Abbiamo nei nostri contesti più risorse di quanto pensiamo e supponiamo di avere, il più delle volte basta ri-attivare o mettere in relazione quello che già abbiamo attorno, più che cercare nuove risorse. Poi un livello non esclude l’altro, ma riteniamo che grossi cambiamenti societari siano presso che inutili se non si parte dal livello individuale. È il perenne scontro tra una visione bottom-up o top-down.

D. Quanto potrebbe essere interessante per la classe medica leggere un libro di questo genere?
R. Molto. Negli ultimi anni la nostra scuola ha avviato un’intensa sperimentazione per l’introduzione della figura dello psicologo di base accanto al medico di medicina generale. I risultati sono importanti e significativi, non da ultimo la soddisfazione dei medici nel vedere migliorato il loro lavoro. Molto dipende dall’aver preso coscienza che l’individuo è un unicum mente e corpo e sul sintomo agiscono emozioni, relazioni, stili di vita e storia di esperienze. Per l’appunto, una serie di cause bio-psico-sociali. In tal senso il libro può essere utilissimo.

D. Perché è così difficile per i medici comprendere la profonda sinergia che esiste tra mente e corpo?
R. Probabilmente per la loro formazione, che ovviamente e giustamente dà una forte prevalenza al livello biologico e farmacolgico. Ma siamo sicuri che anche noi psicologi la possiamo comprendere appieno? Non manca anche a noi una formazione al livello dei processi corporei? Non siamo limitati anche noi a comprendere appieno la sinergia? Pensiamo che la risposta sia affermativa, e non potendo formare tutti i medici alla psicologia e tutti gli psicologi alla medicina di base, ben vengano tutti i limiti e le risorse delle formazioni diverse, purché siano messe in co-presenza al livello delle cure primarie, così da accogliere l’individuo nella sua totalità. A ben vedere, la letteratura dà per consolidata la sinergia mente e corpo, ma a livello pratico è ancora lontana l’effettiva integrazione dei due livelli. C’è una co-locazione, non una integrazione.


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Redazione

La Torre di Igea. Psicosomatica e psicologia della salute è in libreria

copertina-la-torre-di-igea-x-sitoLa Torre di Igea. Psicosomatica e psicologia della salute nella Collana Ricerche e Contributi in Psicologia, a cura Giovanni Garufi Bozza, dal 4 giugno sarà disponibile in tutte le librerie.


Questo testo raccoglie le tesine d’esame del primo anno svoltosi nel corso del 2011, della
scuola di Psicologia della Salute di Roma, con sede a Orvieto e vuole essere un’occasione di
riflessione su questa area psicologica. Sono riflessioni che hanno come sfondo comune lo stupore di chi ha appena scoperto un settore su cui investire le proprie energie e i propri studi.
Nel mito greco, Igea era la divinità della salute, figlia di Esculapio e sorella di Panacea, dea della Cura. A questa figura mitologica si ispira la Psicologia della Salute, settore che si occupa della promozione del benessere e delle risorse dell’individuo, dei contesti e delle organizzazioni, rinunciando alla semplice cura della malattia. Il sintomo diventa adattivo e occasione di costruzione di un nuovo sé, maggiormente integrato e consapevole.
La definizione di salute come “stato di benessere” esorta le varie discipline ad interrogarsi sul significato di tale termine: che cos’è davvero il benessere? Quali sono le sue dimensioni? Cosa lo avvicina o lo differenzia dal concetto, di matrice filosofica, ma parimenti centrale nella vita di ciascuno, di felicità?
La domanda è sintatticamente semplice, eppure ci si accorge che, entrando nei meandri
dell’argomento, è difficile trovare una risposta esaustiva, ancor di più se ci si auspica
di trovare una definizione onnicomprensiva del concetto.
Nella prima parte del libro, gli autori hanno dato maggior peso alla riflessione filosofica e psicologica, sottesa a questo ambito.
Nella seconda parte del libro, il lettore troverà dei capitoli più propositivi, di progettazione dell’applicazione della Psicologia della Salute in diversi ambiti di intervento. Questa seconda parte si rifà alla psicosomatica, partendo dalla premessa che la Psicologia della Salute si rifaccia al modello bio-psico-sociale, vedendo dunque corpo, mente e contesto come mutualmente influenzatisi.
La mente non è imprescindibile dal corpo e viceversa, ciò che accade all’una ha influsso sull’altro e viceversa.
Tale posizione apre a tutta una serie di interrogativi: quanto lo stress, l’affaticamento mentale, o ancora l’alessitimia (ovvero l’incapacità di esprimere le emozioni) e via dicendo, hanno influenza sul cortisolo e su altre sostanze chimiche dannose presenti nel nostro corpo? Quanto la cura del corpo ha efficacia, se si trascura la salute della mente?
Quanto il medico di base e la nascente figura dello psicologo di base possono lavorare insieme nella promozione del benessere dell’individuo?
I lavori presentati nel libro rappresentano una risposta a questi e a molti altri interrogativi che la psicosomatica propone.
Il trait d’union di tutto il testo, scritto a più mani, è l’idea di una psicologia che si fa scienza delle relazioni.

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http://issuu.com/edizionipsiconline/docs/la-torre-di-igea-issuu
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Redazione

Intervista a Patrizia Del Verme, autrice del volume Il Training Autogeno

Patrizia_Del_VermeEdizioni Psiconline ha intervistato Patrizia Del Verme autrice del volume Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute, nella collana Punti di Vista.


"Gli atteggiamenti mentali, specialmente nei casi di stress, i pensieri, i sentimenti che custodiamo nel cuore, gli eccessi nel comportamento riescono ad alterare la salute. Alcuni specialisti sostengono e dimostrano che più dell’80 per cento delle nostre malattie organiche derivano dallo stress.copertina-il-training-autogeno-sitoi
Per stress intendiamo la somma delle reazioni messe in atto dall’organismo di fronte a qualunque stimolo fisico, ambientale, mentale o emozionale che tenda a perturbarne l’equilibrio. Quando tali risposte sono inadeguate o prolungate nel tempo si può giungere alla malattia, come dimostra la psiconeuroendocrinoimmunologia."

Ancora oggi la medicina ufficiale, nonostante tutto, continua a pensare alla salute come salute del corpo e quando parla di prevenzione fa riferimento soltanto all’alimentazione e all’attività fisica.
È dimostrato da più parti invece, come alcune tecniche psicologiche, soprattutto in situazioni di stress possano aiutare a mantenere l’equilibrio mente-corpo.
Una di queste è certamente il Training Autogeno di Schultz, una tecnica che Patrizia Del Verme pratica su se stessa e sui suoi pazienti da circa 30 anni e che ha alle spalle anni di ricerche in campo medico e psicologico.

Patrizia Del Verme è nata nel ’62 a Torchiara (SA) laureata in Psicologia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza” specializzata in psicologia clinica e psicoterapia ad orientamento psicoanalitico e in varie tecniche psico-corporee e di rilassamento.
Svolge da circa trentanni attività clinica. Attualmente responsabile dell’U.O. di Psicologia dell’ASLSA distretto Sanitario di Capaccioni (SA). Si occupa anche di corsi esperienziali per l’equilibrio corpo-mente-spirito. Autrice di varie pubblicazioni in campo psicologico e relatrice in corsi di formazione e convegni.

Siamo molto curiosi di sentire dalla viva voce di chi la pratica da anni e da anni vede risultati molto positivi sui suoi pazienti, in cosa consiste questa tecnica di rilassamento, a chi si rivolge e quali effetti si possono ottenere mettendola in pratica.

D. Innanzitutto la ringraziamo per averci concesso questa intervista. Come nasce questo libro?
R. Avevo già da qualche anno iniziato a scrivere qualcosa sul T.A., perché è una tecnica che conosco bene e che pratico da circa trent'anni su me stessa e sui miei pazienti che seguo nella struttura sanitaria pubblica dove lavoro come psicologa e psicoterapeuta. La spinta forte però, è venuta da quando ho iniziato ad occuparmi di corsi esperienziali nel convento dei Frati Minori di Capaccio-Paestum, finalizzati a far acquisire conoscenze, modalità e tecniche per l’equilibrio corpo, mente e spirito. Questi corsi si pongono in un’ottica olistica della salute e sono affiancata solitamente da un naturalista e un sacerdote. Vengono sperimentate tecniche di comunicazione, di consapevolezza delle emozioni, di meditazione, di rilassamento ecc. Sono stati proprio i partecipanti ai corsi a chiedermi qualcosa di scritto e semplice sul Training Autogeno.

D. Come custodire e recuperare la salute. Sembra un titolo particolarmente impegnativo. Perché utilizzarlo?
R. Ritengo che la salute sia un dono, ma che debba essere coltivato in modo attivo. Il training è uno di questi modi, semplice ed efficace come dimostrano anni di ricerche in campo medico e psicologico. Non è infatti, una semplice tecnica di rilassamento, come solitamente viene definita, ma è una tecnica di trattamento, di cura, con mezzi psichici dei disturbi più svariati ed è finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire, permette di agire sugli effetti deleteri dello stress il quale è ritenuto da molti specialisti la causa dell’80% delle malattie; inoltre permette di curare, ha indicazioni elettive negli stati d’ansia, in ansie specifiche come parlare in pubblico in occasione di prove ed esami, in fobie singole, nei disturbi psicosomatici, nell’alterazione del ritmo sonno-veglia, nell’ipocondria ecc. Si ottengono sicuramente risultati positivi quando alla base di una affezione vi è l’alterazione dell’equilibrio del sistema nervoso vegetativo, nei disturbi prevalentemente organici il T.A. rafforza le cure mediche.

D. Nel libro si parla anche della possibilità di una diagnosi precoce con il T.A. di malattia anche tumorale. Riporti dei casi clinici...
R. Sono due i motivi per cui ciò è possibile:
1) dopo molto tempo di pratica del T.A. si verifica, come ho potuto sperimentare anche su me stessa, un’ aumentata capacità di percepire le sensazioni corporee e una maggiore consapevolezza in generale del proprio stato fisico e psichico. Effetto messo poco in rilievo dai grandi autori del T.A.;
2) durante la pratica iniziale degli esercizi fondamentali, come già riferiva Schultz, alcune percezioni disturbanti possono essere la spia di patologie non ancora evidenti. È stato possibile diagnosticare ad esempio, problemi circolatori in una donna che avvertiva dolore alle caviglie non appena ha iniziato ad effettuare gli esercizi del calore.

D. In che cosa si differenzia il suo volume da tante altre pubblicazioni sul T.A.?
R. Guida il lettore ad acquisire e a praticare da solo il T.A. di Schultz, gli esercizi inferiori, riportando anche i contributi di altri grandi autori del T.A.
Fornisce con un linguaggio semplice e discorsivo, suggerimenti ed accorgimenti pratici, senza perdere in scientificità, per apprendere il T.A. e su come affrontare eventuali difficoltà che si presentano, ad esempio le difficoltà di concentrazione durante gli esercizi. Il T.A. in effetti, andrebbe appreso con la guida di uno psicoterapeuta che lo utilizzi prima di tutto su se stesso, in un rapporto individuale o ancora meglio di gruppo. Ho potuto constatare invece, che molto spesso pseudo esperti affermano di praticare il T.A. di Schultz ma di fatto utilizzano tecniche di rilassamento di vario genere, per lo più forme di ipnotizzazione etero indotte cioè guidate e con le frasi più diverse e disparate. Autogeno invece, significa che si genera da sé, cioè le modificazioni somatopsichiche sono indotte dal soggetto stesso. Il training significa allenamento, cioè apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva. Per concentrazione psichica passiva si fa riferimento ad un atteggiamento passivo che consiste nel rappresentarsi mentalmente le varie formule proposte, che sono ben precise e sperimentate e a prestare attenzione a ciò che accade fisicamente ed emotivamente mettendo da parte la volontà e l’imposizione. La prima formula effettiva ad esempio, è “braccio destro pesante”. Si chiede alla persona mentre si ripete mentalmente la formula, per 5-6 volte di immaginare le sensazioni di pesantezza nei muscoli del braccio, e a prestare attenzione a ciò che prova fisicamente ed emotivamente. Per le persone che hanno scarsa capacità ad immaginare propongo degli accorgimenti che permettono di sperimentare la pesantezza.

D. Il libro è molto dettagliato e si parla di formule di proponimento, di visualizzazione...
R. Da quanto abbiamo detto il T.A. è un’autoipnosi, pertanto, con l’utilizzo di formule specifiche, intese come compiti, comandi autoipnotici, introdotte dopo gli esercizi fondamentali, c’è la possibilità di ottenere quanto desiderato a livello fisico o psichico. Ad esempio, per una persona che prova ansia in ogni situazioni nuova, una formula di proponimento potrebbe essere “sono tranquillo e rilassato in ogni occasione”. Vengono fornite formule di proponimento già sperimentate ed indicazioni su come elaborarle. È importante inoltre, visualizzare i contenuti della formula e viene spiegato come.

D. Che cosa si avverte nel fare il T.A. già nei primi esercizi? Quali le sensazioni principali?
R. Rilassatezza fisica con sensazioni fisiche piacevoli, mente libera e consapevolezza del qui ed ora.

D. Quali sono gli effetti principali del T.A.? Quali i vantaggi per chi decidesse di utilizzare questo metodo...
R. I principali effetti sono:
- riposo: la sensazione di sentirsi freschi, riposati e nuovamente carichi di energia;
- aumento della concentrazione e della memoria;
- autosedazione (smorzamento della risonanza emotiva);
- miglioramento delle prestazioni lavorative, sportive, artistiche ed eliminazione di errori e disturbi;
- innalzamento della soglia del dolore;
- autoregolazione delle funzioni corporee normalmente involontarie.

D. È necessaria una particolare situazione per allenarsi? Bisogna assumere posizioni precise?
R. Sono necessarie posizioni ben precise e un luogo tranquillo nella fase di apprendimento del T.A.,  fornisco suggerimenti per esercitarsi anche sul luogo di lavoro. In seguito può essere attuato dovunque e comunque, dal momento che si impara ad estraniarsi.

D. Quale è l’elemento principale che permette di riuscire bene nel T.A.?
R. Avere ben chiara la visione personale, la visione di ciò che si desidera per sé. Può essere una visione di salute, per altri di raggiungimento della quiete dei sensi, del silenzio interiore che è la condizione necessaria per pregare o semplicemente di rilassamento.

D. Quello che ci ha detto finora sembra davvero interessante. Ancora una domanda: a chi si rivolge questo libro?
R. A tutti. Vuole essere un libro divulgativo, ma primariamente a persone che intendano utilizzare il T.A. a fini preventivi, soprattutto in situazioni di stress, e a quelle che presentano problemi ansiosi e psicosomatici ma non già strutturati, cronicizzati, poiché in questi casi è necessaria la guida di uno psicoterapeuta in un rapporto individuale o di gruppo. Si rivolge anche agli addetti ai lavori in quanto viene suggerito come affrontare alcuni fenomeni che avvengono durante il T.A., ad esempio le resistenze, soprattutto in un contesto psicoterapeutico.
Voglio concludere a proposito, con alcune frasi della prefazione, scritte dalla prof.ssa Lidia Provenzano, docente di tecniche del colloquio psicologico della facoltà di medicina e psicologia dell’università di Roma “la Sapienza”:
“Questo lavoro si rivolge a tutti coloro che pensano che il destino non sia una fatalità e che sia possibile intervenire nello sviluppo della propria vita e che se ne possa modificare favorevolmente il corso nonostante la malattia, la sofferenza e la morte. Scegliere coscientemente di vivere il benessere, la gioia, i sentimenti positivi, non nutrire quelle che Spinoza definisce “le passioni tristi” non significa che si è incoerenti, superficiali o egoisti, al contrario è far di se stessi individui capaci di contribuire alla costruzione di un mondo migliore diffondendo serenità, gioia ed equilibrio intorno a sé”.

 

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Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute di Patrizia Del Verme

copertina-il-training-autogeno-sitoiIl Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute, nella collana Punti di Vista - Edizioni Psiconline, è l'ultimo lavoro della Dott.ssa Patrizia Del Verme.


Il libro si rivolge principalmente a persone che vogliano utilizzare il T.A. a fini preventivi soprattutto in situazioni di stress e a quelle che presentano problematiche, ma non già strutturate e cronicizzate, poiché in questi casi è necessaria la guida di uno psicoterapeuta (psicologo o medico), in un rapporto individuale o di gruppo. Questo libro nasce, soprattutto, dalla richiesta dei partecipanti ai corsi esperienziali organizzati da Patrizia Del Verme, di avere qualcosa di scritto e semplice sul training autogeno.



IMG_0033Quanto si propone quindi ne "Il Training Autogeno", è il frutto di formazione specifica, ma anche e soprattutto di esperienze concrete: sia nella pratica clinica, che nei gruppi di formazione ed esperienziali.
Pur esistendo molti libri sul Training Autogeno di esperti del settore, che si rivolgono a loro volta a professionisti del campo, questo testo vuole essere invece divulgativo, arrivare agli addetti ai lavori e non, tanto da rendere il Training Autogeno di Schultz accessibile a tutti, senza per questo perdere in scientificità, con suggerimenti ed accorgimenti pratici per apprenderlo e per superare le più frequenti difficoltà.


Il Training Autogeno viene semplicemente definito una tecnica di rilassamento, ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psichici di disturbi più svariati e finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire (soprattutto in presenza di stress), di curare (ha indicazioni elettive per stati d’ansia, disturbi psicosomatici, insonnia ecc.) e di rafforzare le cure mediche in altre patologie. Il T.A. può permettere anche una “diagnosi precoce” di malattia, poichè durante l’esecuzione degli esercizi, possono manifestarsi sintomi che sono l’espressione di manifestazioni patologiche non ancora percepite ed inoltre il T.A aumenta in generale, la percezione e la consapevolezza del proprio stato psico-corporeo.


L’autrice rifacendosi ai grandi autori del Training Autogeno: Schultz, Luthe, Thomas, Hoffman, Giorda, Bazzi (alla revisione delle formule di quest’ultimo) riporta la sua esperienza quasi trentennale nell’utilizzo del T.A. (esercizi inferiori) avvenuta in ambito psicoterapeutico e in gruppi di formazione ed esperienziali.


Il testo, diviso in sei capitoli, ripercorre la storia della nascita di questa tecnica di rilassamento e la sua introduzione in Italia.


patriziadelvermeAmpio spazio viene dedicato alla spiegazione della nozione di Training Autogeno di Schultz, qual è lo scopo del T.A. a chi si rivolge e come applicarlo, gli effetti generali del T.A., le indicazioni nei disturbi fisici e psichici, le controindicazioni. Dal terzo capitolo in poi si entra nel vivo dell'apprendimento spiegando chi può, quando si può, dove e come effettuare il T.A. e soffermandosi naturalmente sulle formule e le formule di proponimento.


Il Training Autogeno è davvero un testo di facile consultazione che si differenzia dalle altre pubblicazioni soprattutto nel fornire suggerimenti ed accorgimenti pratici per l'apprendimento e la pratica del T.A. con un linguaggio semplice e discorsivo.


Guarda la scheda del volume sul sito


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Guarda la presentazione del Training Autogeno


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=tBnQ0i5SasM?feature=player_detailpage&w=640&h=360]
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