Però, il Dottor Enrico Magni ed il Dottor Simon Pietro Scaccabarozzi, professionisti competenti ed esperti del settore, spiegano la patologia delirante, con caratteristiche e dinamiche annesse, come si trattasse di un nuovo linguaggio. E, come avviene per ogni lingua straniera che debba essere ancora appresa, essi ci accompagnano, passo dopo passo, nella scoperta della sua storia, della sua evoluzione concettuale, per scoprire, poi, le regole, grammaticali e logiche, le modalità di pensiero e tutto ciò che l’uso di questo nuovo stile comunicativo comporta.
Si parte, infatti, dalla definizione della parola “delirio” (dal latino “delirium”, ovvero uscire dal seminato), per poi attraversare la linea temporale, che porta il lettore ad ascoltare le parole di Platone, Ippocrate, Sant’Agostino, Locke, Spinoza, ma anche Freud, Lacan, Piaget, Matte Blanco e Bodei, fino alla nosologia attuale, che suddivide e caratterizza le diverse tipologie del delirio (mistico, di persecuzione, di riferimento, di trasformazione, e così via).
Quindi, come si può intuire, gli autori ci illustrano, sapientemente, le varie concezioni e le evoluzioni storiche del fenomeno delirio, non solo da un punto di vista prettamente psicologico/psicoterapeutico, ma ricorrendo anche agli apporti di altre discipline importanti in tale processo, dalla filosofia, alla matematica, e, soprattutto, alla logica.
Quest’ultima assume un ruolo di rilievo, nel momento in cui il Dottor Magni ed il Dottor Scaccabarozzi approfondiscono proprio la costruzione logica, o, meglio, psico-logica, del pensiero delirante, presentandone le tipologie: magico, iperinclusivo, ipoinclusivo, asimmetrico, simmetrico ed egocentrico intellettuale.
Ripartendo da questa suddivisione, ci si addentra nella seconda parte del libro, nella quale gli autori, dopo aver fornito uno schema teorico di base per la comprensione di come si costruisce psico-logicamente il delirio, presentano degli esempi concreti, provenienti dalla loro pratica clinica.
Essi cercano, in tal modo, di trasformare il loro modello teorico in un approccio metodologico, utile alla scomposizione del pensiero delirante, attraverso l’analisi delle sue tipologie, delle sue tematiche allucinatorie e delle inferenze.
Questo libro può essere considerato, dati i suoi approfondimenti e la meticolosità degli autori, il risultato di un lavoro attento e preciso tra le varie sfumature di un fenomeno tanto complesso, quanto importante, un’analisi scrupolosa di come si formano i pensieri del paziente delirante, nel rispetto assoluto della persona e della sua dignità. È quella fusione tra teoria e pratica, che permette di addentrarsi in un mondo, finora considerato non-comune, non-funzionale, non-comprensibile, da contenere, in qualche modo, per non doversene occupare.
È qui che troviamo il primo punto di forza di questo saggio: ri-valutare il delirio, le sue caratteristiche, le sue origini, le sue dinamiche e le sue manifestazioni, sin dalle origini.
Come? Ecco il secondo punto di forza: dopo aver capito cos’è un pensiero delirante e come si compone, viene fornito un nuovo metodo pratico, attraverso il quale scomporlo nelle sue più piccole parti, conoscerlo, capirlo, dargli un senso, una sostanza e farlo proprio.
Insomma, gli autori ci insegnano questa nuova lingua, affinchè essa non venga più vista come un qualcosa di lontano ed irraggiungibile, ma come un qualcosa da apprendere e padroneggiare, un nuovo stile comunicativo, che permette l’accesso nel “mondo delirante”.
Per tutte queste ragioni, “Delirio. Composizione e scomposizione del pensiero delirante” rappresenta il punto di partenza, una guida dettagliata, per una visione innovativa e, di conseguenza, un approccio più proficuo alla psicopatologia del delirio.
Recensione a cura della dott.ssa Alice Fusella
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