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Un triste episodio di cronaca

Luciano Peirone ed Elena Gerardi, autori del libro "Anoresia rabbiosa: la ribellione muta e i sentimenti repressi" sono intervenuti sul suicidio della mamma della modella Isabelle Caro, di recente scomparsa per anoressia.

"Talvolta, anche un genitore (di solito quello maggiormente coinvolto nel rapporto con il figlio anoressico)", dicono i due autori, "non ce la fa a reggere il tremendo impatto con la malattia della propria creatura, alla quale aveva dato vita. La non infrequente insolubilità del problema anoressico fa allora esplodere il disperato senso di colpa e di inadeguatezza, la tremenda sensazione di impotenza, soprattutto quando la morte del figlio ha sancito definitivamente il fatale verdetto".

"Emerge, a questo punto, in modo chiaro", continuano, "quanto Malessere e quanto Male possano esistere nell’anoressico e nei suoi genitori. Emerge, in tutta la sua dilatata espressione, il nocciolo duro, durissimo della anoressia: malinconia, disperazione, rabbia inconscia, rabbia non correttamente espressa, sentimenti buoni pressoché azzerati, aggressività coltivata in silenzio, aggressività rivolta all’esterno (odio, aggressione agita), aggressività rivolta all’interno (sentirsi colpevoli, sentirsi depressi, sentirsi senza via di scampo), tentativo di suicidio, suicidio riuscito".

L'intervento completo è sul sito di Edizioni Psiconline, nella sezione comunicato stampa.
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Commenti 1

Ospite - Anita Falco il Sabato, 22 Gennaio 2011 20:47

La morte della madre di Isabelle ripropone un tema molto attuale che troppo spesso viene ignorato, sottovalutato, rimosso fino ad aggravarsi e diventare di difficile soluzione. Dagli autori del libro ANORESSIA RABBIOSA emerge un dato molto significativo sulla possibilità di gestire il problema quando non è ancora diventato così grave ed eclatante.
Da qui l'importanza dell'informazione la più precoce possibile per una efficace attività di prevenzione. Importante è cogliere il malessere interno, nascosto, profondo, non di rado incentrato su aggressività e rabbia: emozioni a volte invisibili altre volte visibili e, in questo secondo caso, soggette anche ad equivoci nei rapporti interpersonali, per cui si corre il rischio di vedere dei segnali che non corrispondono alla gravità del problema.

Anita Falco, Psicologa e Psicografologa, Consulente del Giudice presso il Tribunale di Torino

La morte della madre di Isabelle ripropone un tema molto attuale che troppo spesso viene ignorato, sottovalutato, rimosso fino ad aggravarsi e diventare di difficile soluzione. Dagli autori del libro ANORESSIA RABBIOSA emerge un dato molto significativo sulla possibilità di gestire il problema quando non è ancora diventato così grave ed eclatante. Da qui l'importanza dell'informazione la più precoce possibile per una efficace attività di prevenzione. Importante è cogliere il malessere interno, nascosto, profondo, non di rado incentrato su aggressività e rabbia: emozioni a volte invisibili altre volte visibili e, in questo secondo caso, soggette anche ad equivoci nei rapporti interpersonali, per cui si corre il rischio di vedere dei segnali che non corrispondono alla gravità del problema. Anita Falco, Psicologa e Psicografologa, Consulente del Giudice presso il Tribunale di Torino
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