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I blog di Edizioni Psiconline

Gli autori, le recensioni, le novità e le informazioni sulla nostra Casa Editrice
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Il nostro blog in recensione

Su Torinomedica.com è pubblicata la recensione del libro 'Anoressia rabbiosa' di Gerardi e Peirone che rimanda anche al nostro blog. L'autrice, Rosa Revellino, ha pensato di rimandare a un approfondimento sul tema facendo leva sull'ipertesto. Il navigatore arriva così all'articolo pubblicato dai due autori sulla morte della modella Isabelle Caro, diventata icona della malattia. Un approccio critico e di lettura che ci ha colpiti. Viene fuori, infatti, il senso di questo diario di scrittura: far vivere i libri oltre le pagine scritte....Perché un volume si arricchisce di storie e considerazioni anche nei giorni dopo la pubblicazione e questo ne rende più immediata la collocazione nel panorama culturale.

Vi rimandiamo al link dell'articolo, invitandovi alla lettura di questa interessante recensione.

Anoressia rabbiosa in lettura
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Un triste episodio di cronaca

Luciano Peirone ed Elena Gerardi, autori del libro "Anoresia rabbiosa: la ribellione muta e i sentimenti repressi" sono intervenuti sul suicidio della mamma della modella Isabelle Caro, di recente scomparsa per anoressia.

"Talvolta, anche un genitore (di solito quello maggiormente coinvolto nel rapporto con il figlio anoressico)", dicono i due autori, "non ce la fa a reggere il tremendo impatto con la malattia della propria creatura, alla quale aveva dato vita. La non infrequente insolubilità del problema anoressico fa allora esplodere il disperato senso di colpa e di inadeguatezza, la tremenda sensazione di impotenza, soprattutto quando la morte del figlio ha sancito definitivamente il fatale verdetto".

"Emerge, a questo punto, in modo chiaro", continuano, "quanto Malessere e quanto Male possano esistere nell’anoressico e nei suoi genitori. Emerge, in tutta la sua dilatata espressione, il nocciolo duro, durissimo della anoressia: malinconia, disperazione, rabbia inconscia, rabbia non correttamente espressa, sentimenti buoni pressoché azzerati, aggressività coltivata in silenzio, aggressività rivolta all’esterno (odio, aggressione agita), aggressività rivolta all’interno (sentirsi colpevoli, sentirsi depressi, sentirsi senza via di scampo), tentativo di suicidio, suicidio riuscito".

L'intervento completo è sul sito di Edizioni Psiconline, nella sezione comunicato stampa.
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Anoressia Rabbiosa

Disponibile da oggi nelle librerie italiane il nuovo volume di Luciano Peirone ed Elena Gerardi "ANORESSIA RABBIOSA. La ribellione muta e i sentimenti repressi".

Anoressia Rabbiosa
Anoressia Rabbiosa


Edizioni Psiconline affronta ancora una volta uno dei temi più scottanti dell'analisi psicologica e al tempo stesso una delle emergenze della società contemporanea.

Nel libro i due autori condividono la propria esperienza professionale e le conoscenze didattiche della tematica, affrontando un aspetto forse troppo spesso dimenticato. La Rabbia nell'anoressico, infatti, è forse alla base dell'insuccesso di molte terapie. Quella calma apparente di chi rifiuta il cibo non deve trarre in inganno. Nelle 240 pagine del saggio ci sono tante informazioni, indirizzi terapeutici e quant'altro possa incuriosire sulla materia.

Non perdetelo!
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E ora parliamo di anoressia!

Chiuso il capitolo Fiera di Roma (e in modo decisamente brillante) passiamo adesso alla novità del 16 dicembre prossimo: "ANORESSIA RABBIOSA. La ribellione muta e i sentimenti repressi" di Luciano Peirone e Elena Gerardi.

Anoressia Rabbiosa



dalla quarta di copertina
La distorta immagine di sé; l’ossessivo autocontrollo sul corpo, sul suo peso, sul cibo da (non) inghiottire ed eventualmente vomitare; i vissuti ansioso-depressivi, i conflitti interpersonali, i disturbi sessuali e della vita affettiva in generale, il cattivo uso dell’intelligenza, la patologica strumentalizzazione della precisione e di certi ideali di irrealistico perfezionismo.
Ecco, in sintesi, l’essenziale quadro di riferimento della anoressia, un autentico paradosso per la “abbondante” civiltà occidentale.
Ma c’è dell’altro: il lato più oscuro del rifiuto del cibo. Sottile, quasi invisibile, accanto e dietro al sintomo fisico si muove una ridda di pensieri e soprattutto di fantasmi inconsci, imbevuti di immaturità e insicurezza,dipendenza e invidia, menzogna e manipolazione, ribellione e cattiveria.
“TOGLIETE IL MIO POSTO A TAVOLA!” è il comando (al tempo stesso supplichevole e patetico, gelido e ricattatorio) che ben esemplifica il desiderio di controllo sul cibo e sull’ambiente familiare-relazionale, nonché i sentimenti negativi, a lungo covati e tenuti celati, che talvolta esplodono in una “cascata di rabbia”, finalmente visibile, la quale mette a nudo il “cuore” (se così, paradossalmente, si può dire...) del dimagrimento assurto a “religione personale”.

Emerge in tal modo un particolare quadro della personalità del soggetto anoressico, il quale è perennemente in lotta: prigioniero di una muta e inconcludente rivolta nei confronti del mondo, oppresso da una aggressività repressa ed inespressa, incapace di aprire il corpo e l’anima ai giusti e salutari sentimenti, portatore di un corpo che tende al “virtuale” e ad una progressiva esagerata “mentalizzazione”.
Fredda, dura, paranoide: questa è la sintesi della anoressia rabbiosa.
Per l’anoressico che cerca di guarire, ci vuole un cuore che torni ad amare. In fondo, la malattia conclamata e anche il più sfumato disagio consistono in una “cattiva, o mal posta, fame d’amore”. Per contrastare la fredda ossessività di una rabbia trattenuta, occorre riscaldare e sciogliere il “sofferente cuore di ghiaccio che non ha più fame”.

Non il solito libro sull’anoressia.
Un originale testo che mette a punto la sofferenza non riconosciuta, i cattivi sentimenti e le difficoltà della terapia.



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