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Redazione

Aggiornamenti...

Nei prossimi giorni aggiorneremo il nostro sito con le schede dei nuovi volumi in uscita fra febbraio e marzo prossimi.
Si tratta di libri particolarmente significativi e di grande presa e su cui puntiamo molto per la crescita delle nostre proposte, in tutti i sensi!
Speriamo, infatti, che possano avere un grande successo di pubblico e di critica e che possano diffondersi a macchia d'olio fra tutti coloro che amano la psicologia.
Seguiteci con attenzione ed aiutateci a farli conoscere con un atteggiamento "militante". Parlatene con gli amici, con i colleghi di lavoro, citateli nei blog, regalateli e fateli conoscere in giro. Per noi è importantissimo, sia ai fini della nostra sopravvivenza sia perchè siamo certi del loro valore editoriale e ci dispiacerebbe se per mancanza di volontà da parte di qualcuno non dovessero riuscire ad avere il successo che meritano.
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Crescono gli amici di Edizioni Psiconline...

Traguardo da sottolineare, quello odierno.

Abbiamo raggiunto i 2000 amici su Facebook e questo certifica ulteriormente l'attenzione e l'interesse che circonda la nostra piccola Casa Editrice.

2000 persone, gruppi, organizzazioni interessate a conoscere il nostro lavoro e la nostra produzione editoriale sono davvero tanti per noi e ci spingono ad andare avanti nella strada che abbiamo scelto, al servizio della psicologia.

Grazie a tutti!
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Recensioni sul web!

Ancora una splendida sorpresa trovata navigando sul web...

Una recensione del nostro ultimo volume "ANORESSIA RABBIOSA" sul blog "Il Club degli Invisibili" a sua volta tratto da LibriBlog.com

Aiutateci a trovare i nostri volumi sul web e inviateci i link che vi dovesse capitare di incontrare. Li inseriremo immediatamente on line!
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Antonio Vita conduce un forum su Psiconline.it

Il Dott. Antonio Vita
Il Dott. Antonio Vita


Nuovo importante impegno per Antonio Vita che ha deciso di collaborare ulteriormente con noi "guidando" un forum professionale su Psiconline.it dedicato alla psicologia infantile.

Naturalmente la sua competenza e l'esperienza maturata negli anni lo aiuteranno a confrontarsi con il vasto mondo presente nei forum e nello specifico con i tantissimi utenti che quotidianamente affollano i forum di Psiconline.it

Nello spazio "attrezzato" dalla Redazione di Psiconline, come lo stesso Dott. Vita ha scritto "verranno esposti, svolti e approfonditi temi generali che chiunque potrà trattare, sia dagli addetti ai lavori, e cioè psicologi e psicoterapeuti, sociologi, pediatri e neuropsichiatri infantili, sia da genitori e da familiari di bambini, fanciulli e adolescenti, cioè da tutti quelli che sono interessati a problematiche generali da sottoporre all'attenzione di altri che potranno intervenire apportandovi le loro conoscenze, le loro opinioni, le loro ipotesi e le loro esperienze.
Tali temi saranno anche oggetto di articolata esposizione, di analisi, di dibattito teorico e di discussione.

Questa sarà una palestra in cui tutti potranno presentare e discutere le loro conoscenze e le loro esperienze relative a questa disciplina che, come ogni altro ramo di una scienza, è in continuo sviluppo e costante progresso.

Il nostro discorso si svilupperà come un confronto corretto, garbato, cordiale e disponibile, con una dialettica franca e libera, esente da pregiudizi e da posizioni dogmatiche, rigide ed inflessibili.

Questo forum non prenderà in considerazione richieste di consulenza psicologica in quanto non si pone tale finalità (sul sito potrete trovare, invece, un apposito spazio per tali richieste). Potranno essere trattati, tuttavia, argomenti riguardanti gli aspetti patologici della personalità.

A puro titolo indicativo, quindi, vi potranno apparire temi riguardanti lo sviluppo dell'area intellettiva, del ragionamento logico, dei vari fattori dell'intelligenza, del linguaggio, della creatività, dell'area affettiva, emotiva e sociale, degli aspetti psicodinamici, delle relazioni tra soggetti, dei rapporti tra mente e corpo e delle interrelazioni fra queste due complesse e basilari strutture, e di ogni forma di patologia che possa riscontrarsi nella fase dello sviluppo del soggetto dalla nascita all'adolescenza."

E' un modo ulteriore di ampliare gli spazi presenti nello splendido volume "Diventare nonni è un evento straordinario. Consigli e risposte per vivere al meglio il rapporto con i propri nipoti" che è uno dei maggiori successi della nostra realtà editoriale e che continua a destare interesse nei lettori e nella critica letteraria e di cui, a breve, sarà disponibile anche la versione e-book in formato epub.

Vi invitiamo decisamente a collegarvi con il forum, registrarvi e, se lo desiderate, partecipare al dibattito in corso fra gli utenti presenti.
Questo è l'indirizzo per esserci subito: www.psiconline.it/forum
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Redazione

Si riparte...

Ancora qualche giorno poi le feste saranno definitivamente archiviate e ci tufferemo completamente nel nuovo anno e nelle avventure che ci porterà!
- Gli ebook
- La Dipendenza affettiva
- Il Salone del Libro di Torino
- L'affido familiare
- Le tecniche di autogestione
- La Fiera dell'Editoria abruzzese
- Le tecniche di rilassamento
- Il Pisa Book Festival
- La Fiera dell'Editoria a Roma
e tanto, tanto altro....
Seguiteci con attenzione e con affetto come avete fatto finora e ve ne saremo grati per sempre!.
La Redazione
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Redazione

FINE DELL’ANNO, FINE DELLA VITA. LA TRAGEDIA ANORESSICA DI ISABELLE CARO

 

La modella Isabelle Caro nella campagna pubblicitaria di O. Toscani contro l'anoressia



L’esile, fragile modella non c’è più. Se n’è andata in chiusura d’anno (17 novembre, ma la notizia pubblica è del 29 dicembre), in chiusura di vita. Al termine di soli ventotto anni: una vita breve, spezzata, ma soprattutto martoriata. Una vita aggredita da un male solo apparentemente incurabile ed inguaribile, solo apparentemente esterno. In realtà: interno, curabile e guaribile. Difficile, certamente. Faticoso da gestire. Ma si può fare molto: se preso in tempo, e con decisione.

L’anoressia consuma. Non sempre uccide; ma ci prova. Mentalmente, inconsciamente, l’anoressico ci prova. E ci prova con livore ed aggressivitàdistruttività.

La modella Isabelle Caro nella campagna pubblicitaria di O. Toscani contro l'anoressia



A distanza, lo psicologo, lo psicoterapeuta, il medico, il nutrizionista, il clinico non possono dire granché su chi non è stato un loro paziente. Non possono e non debbono entrare in particolari che non conoscono di prima mano. Ma non possono tacere, non debbono tacere sugli aspetti generali del disturbo anoressico: altrimenti si rischia di non fare informazione, di non fare prevenzione, al limite si rischia - indirettamente - l’“omissione di soccorso” per chi è a rischio (e non ne è consapevole).

Isabelle: non solo “anoressia” (mancanza di appetito”), ormai anche “cachessia” (stato di grave deperimento organico). Morire a ventotto anni, di consunzione, di starvation, di anoressia adolescenziale ormai divenuta (nella mai raggiunta fase adulta) cachessia. Cachessia (cattiva disposizione, ovviamente nei confronti del cibo, ma probabilmente anche nei confronti della Vita Affettiva, dell’Amore, della Tenerezza verso di sé e verso gli altri).

Dal greco “kakós”: e quindi “cattivo”, nei variegati significati di malato, pieno di Male, malevole; inoltre, prigioniero (“captivus”, in latino: prigioniero della malattia), e anche cattivo, nel senso emozionale ed affettivo: ci si tormenta il corpo, ci si tormenta l’anima, si aggredisce rabbiosamente se stessi (e anche gli altri). E’ un suicidio differito. E’ anche una richiesta di aiuto; è anche una richiesta di amore: però, purtroppo, spesso, due richieste mal poste dai malati, due richieste non capite dalle persone sane.

Isabelle: dati statistici (e clinici). Dati brutali. Dati e concetti che fanno riflettere, che devono far riflettere. Peso: Kg. 31. Altezza: m. 1,64. IMC (Indice di Massa Corporea): 11,48. Ma cinque anni fa, con conseguente stato di coma, era giunta a pesare (!?) Kg. 25 (IMC = 9,26!). Quando la diagnosi di anoressia viene formulata al di sotto di 17,50!).

Come si può sopravvivere, con questi dati organici? Come si può negare il tremendo attacco (fisico e psicologico) al proprio corpo, alle proprie emozioni, alla propria psiche, alla propria vitalità? Come si possono ignorare la rabbia e l’odio contro tutto, contro tutti? Come si fa a non comprendere il poderoso Senso di Morte che possiede l’anoressico conclamato? L’anoressico non è libero: è “posseduto”. È posseduto dalla propria malattia, dalla quale pesantemente dipende. Come si fa a trascurare la Morte perseguita con metodica ed ossessiva precisione?

Adieu Isabelle, che avevi fatto della tua personale anoressia la tua personale battaglia, mediante lo slogan “Bisogna smetterla di sacralizzare la magrezza".

Adieu Isabelle, la petite fille qui ne voulait pas grossir. Che non voleva ingrassare, che non voleva ingrossare, che non voleva diventare grande, che non voleva crescere.

Adieu Isabelle, il tuo choccante messaggio mediatico non è servito a te stessa. Ma potrebbe servire ad altri.

Luciano Peirone ed Elena Gerardi
psicologi e psicoterapeuti, autori del libro ANORESSIA RABBIOSA. La ribellione muta e i sentimenti repressi (Edizioni Psiconline).
Maggiori informazioni sul volume possono essere trovate qui oppure qui
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Redazione

Il dramma dell'anoressia

il dramma dell'anoressia



Alcuni, fra i nostri studenti e lettori, ci hanno domandato di specificare meglio il concetto di “rabbia”.

Proviamo a farlo in estrema sintesi, ovviamente invitando il lettore a coglierne le intime connessioni con la patologia anoressica.

La rabbia è una emozione generalmente negativa, in quanto risposta sbagliata a problemi magari legittimi: però è spesso generatrice di confusione, fa salire il livello di conflittualità, e non si capisce più niente.

Una rabbia correttamente espressa, nel giusto contesto terapeutico, risulta invece lecita… ma è uno stratagemma da usare con particolare prudenza. La primitività della rabbia rende la persona “rabbiosa” incapace di esprimersi. Inoltre, la rabbia silente (o peggio ancora inconscia) tende a “ribollire” dentro, montando a dismisura, per poi sfociare in esplosioni confusive e distruttive.

La malattia anoressica, sia quella conclamata nel corpo sia quella anche solo accennata nella sfera mentale ed affettiva, risulta non di rado “inquinata” da una “cattiva e sbagliata” espressione della emozione rabbiosa, comportando “riluttanza” (cioè il non volersi far curare) e “resistenza” (cioè il frapporre ostacoli al corretto svolgimento della terapia).

Luciano Peirone & Elena Gerardi
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Redazione

Ci stiamo preparando per il prossimo anno di lavoro!

Le vacanze natalizie stanno per finire e noi ci stiamo psicologicamente preparando al prossimo anno di duro lavoro.
Sarà un anno, ne siamo convinti, particolarmente impegnativo e carico di novità e ci vedrà assolutamente "presi" dalle grandi novità che stanno arrivando sulle nostre scrivanie.
Saremo impegnati a scovare i momenti giusti per emergere, cavalcare l'onda, rimanere a galla e poi brillare nel sole cocente del panorama editoriale italiano ...
La musica ci accompagnerà nelle nostre fatiche e per farvi meglio comprendere cosa faremo abbiamo provato a "girare" un video esplicativo...

http://www.youtube.com/watch?v=x1yOGhnmYfI&hd=1

dalla nostra Silicon Valley



BUON ANNO A TUTTI VOI E CHE IL 2011 SIA RICCO DI GIOIA E ALLEGRIA!

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Redazione

SINCRONIE D'ASCOLTO E LETTURA

Ho letto con attenzione l'articolo di Antonio Vita sull'orco che alberga nell'animo umano. Un brano che mi ha fatto riflettere..... Una pagina incontrata casualmente mentre sto entrando in "La manipolazione affettiva nella coppia", libro che pubblicheremo a febbario.  Alchimia di diari a più mani che il mondo editoriale, nelle sue forme in parole, note, colori, in digitale e non, ci permette di comporre e gustare.



Torna  il tema dell'abuso e il brano di Vita, così come il libro di Pascale Chapaux-Morelli, mi fanno suonare in mente un brano dell'album "Elettra" di Carmen Consoli dal titolo "Mio zio", dove l'artista riesce con sfumature espressive nella voce e nella musica, a figurare nell'ascolto l'abominio e la scelleratezza del dominio perverso di un individuo sull'altro. Vado a cercare un video su internet per proporvelo, ed ecco che spunta una stessa immagine usata da Vita ad arricchire il proprio pezzo......

Forse era proprio il momento di aggiungere questo tassello musicale a una riflessione che la nostra casa editrice sta facendo sull'abuso, in preparazione del lancio di questa ultima fatica, "La manipolazione affettiva nella coppia", libro di successo oltralpe......

Video:

http://www.youtube.com/watch?v=qPrdwyGc7Ig

Testo


Ho messo il rossetto rosso in segno di lutto
E un soprabito nero
Era un uomo distinto mio zio.
Madre non piangere, ingoia e dimentica
Le sue mani ingorde tra le mie gambe
Adesso sta in grazia di Dio.


Brava bambina fai la conta
Più punti a chi non si vergogna
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in montagna.

Porgiamo l’estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l’ignobile incesto e non mi hanno creduto.


Brava bambina un po’ alla volta
Tranquilla, non morde e non scappa
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in vacanza.

Brava bambina fai la conta
Chi cerca prima o poi trova
Gioiuzza fallo ancora
Che zio ti porta alla giostra
Che zio ti porta alla giostra.

Ho messo un rossetto rosso carminio
E sotto il soprabito niente
In onore del mio aguzzino.
Ho messo il rossetto rosso in segno di lutto
E un so
prabito nero
Era un uomo
distinto mio zio.
Madre non pia
ngere, ingoia e dimentica
Le sue mani ingorde tra le mie gambe
Adesso sta in grazia di Dio.

Brava bamb

ina fai la conta
Più punti a chi non si vergogna
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in montagna.


Porgiamo l’estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l’ignobile incesto e non mi hanno creduto.


Brava bambina un po’ alla volta
Tranquilla, non morde e non scappa
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in vacanza.

Brava bambina fai la conta
Chi cerca prima o poi trova
Gioiuzza fallo ancora
Che zio ti porta alla giostra
Che zio ti porta alla giostra.

Ho messo un rossetto rosso carminio
E sotto il soprabito niente
In onore del mio aguzzino.

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Cybernizziamoci: Edizioni diventa Ebook

Natale speciale per noi di Edizioni Psiconline. Entriamo a far parte della grande famiglia di www.ebookyou.it,  piattaforma di ePublishing, per creare e vendere eBook, applicazioni iPad e iPhone, specializzata in linguaggi scientifici e di ricerca.

Divulghiamo così sempre più in maniera dinamica i nostri contenuti specialistici. Da oggi i nostri libri sono in formato ebook, per un accesso alla conoscenza da parte di sempre più lettori.

E così è speciale questo nostro Natale, per un regalo che abbiamo voluto dedicare ai nostri autori, attenti studiosi di materie che aiutano la psiche e non solo. Lo facciamo volare ai nostri lettori, che hanno premiato quest'anno con percentuali di crescita nelle vendite inattese e che, ora, potranno raggiungerci sempre più facilmente "in" e "su" un click.

Lo mettiamo sotto il nostro albero personale, perché abbiamo sempre lavorato e continuiamo a farlo per una conoscenza libera e di largo approccio.

Ci siamo, anche oggi, perché lavorare per noi è un piacere!
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Gli orchi e l'anima

L’anima per Jung è intesa in due modi: come interiorità dell’uomo, e come ciò che rappresenta la “sua femminilità inconscia”. In altre opere Jung chiarisce il concetto e ci fa comprendere che l’uomo porta con sé gli elementi psicologici che egli attribuisce alla donna, quella che lui ricercherà per tutta la vita. Il suo ideale di donna.

La donna comunque appare all’uomo in diversi aspetti e connotati:
come madre, compagna, moglie, amante, figlia… varie forme della figura femminile su cui nella sua vita la sua anima si proietta. Sono forme archetipiche che lo accompagnano nella sua vita e che gli permettono di esprimere i suoi aspetti inconsci e realizzarli, togliendoli dalla pura sfera dei bisogni, dei desideri, delle aspirazioni, delle attese, delle necessità….

Le figure più importanti della donna sono così riassumibili:
- EVA, la donna primordiale, che genera e che nelle diverse mitologie è sempre presente perché portatrice di prole e di vita;
- ELENA, la donna che rappresenta l’amore profano, in tutte le sue manifestazioni e in tutte le sue forme, sino agli aspetti sessuali e alle tensioni erotiche e carnali;
- MARIA, la donna che rappresenta la maternità, l’amore protettivo e premuroso, la donna mediatrice tra i valori maschili del pensiero e della potenza a quelli della tenerezza e della sensibilità;
- infine SOPHIA, la donna che rappresenta la scienza e gli aspetti più evoluti ed emancipati del sapere e della conoscenza.

Gli orchi sono espressione di anime deviate, i cui archetipi alterati esasperano le forze della psiche. Sono generati dal deterioramento delle espressioni più significative dell’anima, quelle che dovrebbero guidare verso una vita regolata ed equilibrata che sortisce il far bene e che stabilisce l’ordine, secondo regole cariche di elementi positivi. È quell’ordine che non permette la ferocia dei comportamenti umani e la violenza che si perpetuano spesso e che prorompono in deviate forme di violenza, come se fossero generate da una consunta e raggrinzita strega nel cuore inaridito degli uomini.

Gli orchi albergano in noi e noi ne siamo portatori. Uomini e donne. Quando sono gli uomini ad esprimere questa furia omicida, è segno che essi hanno smarrito tutti gli elementi dell’anima e che le quattro figure archetipiche si confondono e portano ad una crudeltà e ad una malvagità delittuosa e criminale. Gli orchi sono nascosti nel cuore degli uomini, vi albergano contrastati dalla ragione e dai sentimenti, cioè dagli aspetti femminili che sono barriere e steccati che non permettono che la ferocia, l’insensatezza e l’imbecillità si affaccino nella vita e producano nefandezze.
Esse si alimentano con i condizionamenti esterni, con la commedia sguaiata che l’industria della superficiale e perversa scelleratezza trasmette anche con accattivanti spettacoli che le ingigantiscono, favorendone la crescita e l' esaltazione.

Quando l’uomo si riapproprierà dei valori del sentimento, della sensibilità e dell’amore, allora nascerà un nuovo umanesimo che libererà l’uomo verso orizzonti più ampi e più umani, più grandi e meno repressi. La libertà d’agire e di pensare sarà ancora una prerogativa degli uomini non condannati ai condizionamenti inferti da parole e da immagini prive di senso e da comportamenti vacui e fatui, superficiali e sciocchi. L’uomo, riprendendo consapevolezza della capacità di pensare e di costruire un mondo fatto da queste qualità femminili, oltre alle proprie, si libererà dagli orchi che premono indisturbati nelle profondità dell’anima.
di Dr. Antonio Vita


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Buon Natale

La redazione di Psiconline vi augura un felice Natale e un sereno quanto entusiasmante 2011.
Lo vogliamo fare a modo nostro, affidandoci alle parole meravigliose di questa poesia di Pablo Neruda.
A presto,
sipo beverelli

E' vietato

E' vietato piangere senza imparare,
alzarsi al mattino senza saper cosa fare,
avere paura dei ricordi.


E' vietato non sorridere ai problemi,
non lottare per ciò che vuoi,
abbandonare tutto per paura,
non far diventare i sogni realtà.


E' vietato non dimostrare il tuo amore,
far pagare a qualcuno i tuoi debiti e il tuo malumore.
E' vietato abbandonare i tuoi amici,
non tentare di capire ciò che avete vissuto insieme,
chiamarli soltanto quando hai bisogno.

E' vietato non fare le cose per te stesso,
non credere in Dio e fare il tuo destino.
Avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo respiro.

E' vietato sentire la mancanza di qualcuno senza rallegrarti,
dimenticare i suoi occhi la sua risata
solo perchè le vostre strade non si incrociano più,
dimenticare il tuo passato e pagarlo con il tuo presente.

E' vietato non tentare di capire le persone,
pensare che le loro vite valgano più della tua,
non sapere che ognuno ha il suo cammino e la sua gioia.

E' vietato non creare la tua storia,
smettere di ringraziare Dio per la tua vita,
non avere dei momenti per la gente che ha bisogno di te,
non capire che ciò che ti dà la vita te lo può anche togliere.





E' vietato non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita con un atteggiamento positivo,
non ponsare che potremmo essere migliori,
non sentire che senza di te questo mondo non sarebbe uguale.

(Pablo Neruda)



Buon Natale a tutti voi!
Buon Natale a tutti voi!



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Redazione

E-book

Ci siamo.

Da domani anche noi avremo i nostri libri in formato digitale e sarà possibile leggerli sui vari device presenti oggi sul mercato, dal Kindle all'Iphone, dagli Android all'Ipad, a tutti gli altri prodotti.

Per ora non possiamo dirvi di più per non rovinare la sorpresa dell' annuncio da parte di chi ha realizzato lo store on line ma domani vi sveleremo tutto. Promesso.


A domani con gli ebooks di Edizioni Psiconline.


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Il web parla di noi...

Ancora ricerche on line in questa domenica di ripresa dalle bufere di neve e ghiaccio.

E la ricerca ci riserva frutti succosi e gratificanti: troppi per poterli citare qui ma sicuramente importanti per noi e per la nostra autostima di piccola (piccolissima) Casa Editrice.

Ce li godiamo insieme ai raggi caldi di un sole che finalmente arriva a sciogliere il gelo dei ghiacci e ci predisponiamo, ricaricando le batterie, ad una settimana pre-natalizia di impegni importanti.

Il 2011 deve essere infatti per noi l'anno della svolta.

Buona domenica a tutti!


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Redazione

I racconti di anoressia rabbiosa

Il nostro editore non vuole che comunichiamo, scriviamo o mandiamo notizie sui nostri libri, senza averli prima letti. E' il vantaggio di lavorare per chi ama davvero quel che fa. Così incontri pagine ma anche storie. Che colpiscono, lasciano un segno. Come le testimonianze dirette delle pazienti nel libro "Anoressia rabbiosa" di Luciano Peirone ed Elena Gerardi. In libreria è uscito giovedì scorso....nelle nostre vite è entrato da un po' di più!

BUTTAR DENTRO E FUORI. Come quella sera in cui mi ritrovai a leggere: "Mangiare, che schifo! Vomitare, che sollievo". Una paziente nel libro racconta: "Ho mangiato, mangiato, mangiato! Non potevo fare diversamente in quel giorno di festa con tutto il parentado a guardarmi. E poi avevo anche fame ed ero anche arrabbiata con me stessa, perhé avevo fame. Mangiavo e mi facevo schifo. Più sentivo schifo e più mangiavo, come se fossi bulimica. Poi, quando nessuno più badava a me, sono corsa a vomitare, a liberarmi....Che sollievo!".  Ho iniziato così a capire il perché di quel titolo rabbioso su esseri che, fino a quel momento, avevo sempre visto come foglie sbattute dal vento, inermi, non aggressive.

UNO CONTRO TUTTO. "Cheppalleee!!!", gridava verso i miei occhi un altro racconto. "No, non lo direi mai al mio ragazzo, che non ho voglia di scopare, ci mancherebbe! Mi mollerebbe subito. Lo faccio e basta. Che scemo credere che sia pazza di lui, soltanto perché gli apro le gambe ogni volta che vuole e gli faccio pure credere che mi piace! Come fa a piacermi, se non provo niente di niente? L'Orgasmo? E chi l'ha mai incontrato? Che palle! Mi piace soltanto, perché così non sono da sola. Che palle anche lui! Mi piace farlo contento, così non rompe tanto con la storia che sono magra. Per me il sesso è come il cibo, ne farei volentieri a meno! Tra lui e i miei genitori sono proprio dei rompicolgioni. Tutti a chiedermi qualche cosa. Tutti a dirmi che cosa dovrei fare e che cosa non dovrei fare. Tutti a darmi consigli non richiesti su come dovrei essere. Che razza di rompicoglioni tutti quanti! Che palle! Cheppalleeee!!!". La rabbia ha ingessato e congelato i sentimenti di questa ragazza. Che amarezza pensare a quante di queste storie restano chiuse nell'esperienza dei singoli, senza che gli altri se ne accorgano o ne arrivino a capire il dramma più profondo.
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I disegni dei bambini come viaggio alla scoperta delle emozioni

Il secondo capitolo del volume Progetti di Psicologia. Scuola, Professione, Esame di Stato è dedicato a un progetto di educazione alle emozioni nella scuola primaria, dal titolo “Viaggio alla scoperta delle emozioni. Un percorso fatto di colori, musica e tanta fantasia!”. Proporre in una scuola elementare, o in una scuola dell'infanzia, un progetto rivolto all'educazione emotiva vuol dire utilizzare tanti materiali di facile consumo, quali fogli, tempere, colla, colori vari, cartelloni, forbici e pennelli. Questo perchè lo strumento principe che vi troverete principalmente a utilizzare e proporre ai bimbi è il disegno. Il disegno è il modo più naturale di espressione dei bambini che coinvolge fattori intellettivi e affettivi. Attraverso i disegni i bambini ci consentono l'ingresso nel loro mondo affettivo e creativo e ci permettono di comprendere tutti i disagi, le preoccupazioni e i problemi più nascosti che non riescono o non vogliono esprimere verbalmente. Anche uno scarabocchio, un piccolo segno, una leggera macchia, può suggerirci tanto del loro mondo. Attraverso l'analisi dei disegni possiamo capire quello che i bambini vogliono dire.

OLTRE IL LIBRO, LO SCARABOCCHIO. Con questo post vorrei integrare il capitolo del mio libro dedicato al progetto di educazione alle emozioni, con delle informazioni riguardo l'interpretazione dei disegni. La prima attività grafica del bambino è lo scarabocchio, vera e propria espressione corporea che coinvolge l'intero corpo. Verso il primo anno di età, lo scarabocchio consiste in semplici linee verticali, orizzontali e radiali. Verso il secondo anno di età compare il cerchio e l'angolo: è l'età in cui appaiono i primi scarabocchi organizzati. Verso i tre anni, eccezionalmente anche prima, il bambino inizia a dare un nome al proprio scarabocchio, che non rappresenta più soltanto un piacere motorio ma soprattutto un dare voce ad un progetto, un'intenzione, una sensazione. A quattro anni il bambino perfeziona l'abilità di disegnare la casa e il sole e inizia ad abbozzare la figura umana, concludendo la fase dello scarabocchio. Verso i cinque e i sei anni, il bambino diventa più capace di rappresentare la realtà, mentre, verso gli otto anni, acquisisce una maggiore capacità di percezione dello spazio. Tra i dieci e i quattordici anni, passa, invece, al cosiddetto realismo visivo che mette fine all'originalità grafica del bambino.

IL SIGNIFICATO NEL SEGNO. Alcuni oggetti ed elementi che compaiono frequentemente nei disegni dei bambini hanno un preciso significato psicologico:

Il suolo indica la base sicura dei bambini, simbolo di sicurezza e nutrimento.
La montagna indica il seno materno, simbolo di accoglienza e bisogni orali.
Il sole è il simbolo paterno per eccellenza.
Le nuvole, se abbondanti, indicano minaccia e inquietudine.
La pioggia è la minaccia materna.
Le stelle indicano il bisogno di essere valorizzati.
L'acqua è l'immagine della madre.
I fiori indicano femminilità, gioia e spensieratezza.
Gli animali sono spesso utilizzati dai bambini come compensazione di un sentimento di solitudine.

GRANDI E PICCOLI: LE DIMENSIONI. Le dimensioni degli oggetti rispecchiano l'importanza che il bambino attribuisce all'elemento disegnato. La parte più importante è quasi sempre collocata per prima o al centro del foglio, la parte svalorizzata è quasi sempre collocata per ultima o disegnata piccola e senza importanza.

PSICHE E MATITA. Ma qual è il significato psicologico dei disegni più comuni dei bambini, ovvero il disegno della figura umana, il disegno dell'albero, il disegno della casa, il disegno della famiglia? Nel disegnare la figura umana il bambino rappresenta inconsciamente se stesso e quindi la percezione e rappresentazione del proprio schema corporeo. Permette quindi di avere un'idea dello sviluppo psicofisico e del livello di evoluzione grafica del bambino. La dimensione della figura umana è legata alla percezione che il bambino ha di sé: una piccola dimensione sta a indicare timidezza, una grande dimensione o una dimensione "giusta" (compresa tra gli 8 e i 18 cm di un foglio con formato regolare) esprime sicurezza, fiducia, estroversione e una buona percezione di sè. La testa rappresenta i sentimenti che il bambino ha dedotto dal volto della madre; i particolari del viso ci raccontano delle abilità di comunicazione e di scambio con il mondo esterno; il collo è il tramite tra la ragione e l'istinto; le gambe rappresentano sicurezza e stabilità; le braccia e le mani sono il simbolo della comunicazione e del contatto con il mondo; il tronco ci racconta dell'istintualità.

L'ALBERO O LA CASA. Nel disegnare l'albero il bambino ci racconta della sua energia e della sua autenticità. I tre elementi che devono essere osservati nel disegno dell'albero sono le radici, il tronco e la chioma. Le radici rappresentano l'affettività e ci suggeriscono il legame tra madre e bambino. Il tronco esprime la percezione e la sicurezza che il bambino ha di sé. La chioma simboleggia l'apertura verso il mondo, l'adattabilità, la solidarietà e l'amore.

Il disegno della casa ci racconta il modo di vivere del bambino, i rapporti con i genitori e i fratelli, il suo ruolo nella famiglia. Alcuni studiosi associano alla casa il volto materno: il tetto rappresenta la capigliatura, le finestre gli occhi e la porta la bocca. Una casa grande simboleggia accoglienza, spontaneità e apertura alla vita. Una casa piccola significa intimità, introversione e timidezza. La porta rappresenta il modo di entrare in contatto con l'ambiente. Le finestre rappresentano il modo di comunicare del bambino. Il comignolo è simbolo di calore e affetto.

MAMMA E PAPA'. IN FAMIGLIA.  Il disegno della famiglia ci racconta delle dinamiche interne al nucleo familiare. Il personaggio disegnato per primo è quello per cui il bambino prova maggiore ammirazione; disegnare se stesso al primo posto è segno di egocentrismo mentre disegnarsi all'ultimo posto è segno di poca fiducia nelle proprie potenzialità, timidezza e chiusura. L'aggiunta di personaggi alla famiglia reale è indice di compensazione per un senso di solitudine. La dimensione ridotta di un personaggio vuol dire svalutazione da parte del bambino mentre un personaggio sproporzionatamente grande è vissuto come oppressivo e dominante. La collocazione in disparte di un personaggio mette in luce la difficoltà del bambino a stabilire con lui un legame significativo, così come la cancellazione di un personaggio è indicativo di insofferenza che il bambino prova nei confronti di esso. L'aggiunta di animali può indicare che il bambino tende a nascondere l'aggressività che prova nei confronti di uno o più personaggi della famiglia. Escludersi dal disegno è indice di una scarsa autostima e di un senso di esclusione.

I COLORI. Anche la scelta dei colori ha un ruolo importante nello sviluppo psicofisico dei bambini.
I bambini utilizzano i colori per la loro valenza emotiva: sotto i 7 anni usano il colore in modo impulsivo rispetto alla forma, solo verso gli 8 anni iniziano ad associare il colore all'oggetto e solo verso gli 11 anni si accorgono che il colore può variare anche nello stesso oggetto.
Adesso ci concentreremo sui significati simbolici del colore.
Il rosso è il colore della forza e della vita ed è sempre presente nei disegni dei bambini. E' ambizione, energia, passione, coraggio.
Il giallo è il colore del sole, della luce e dell'estroversione. E' il colore dell'aggressività.
Il blu è il colore della calma, del cielo e del mare. E' il colore dell'intelligenza e del ragionamento.
Il verde è il colore della tranquillità e della soddisfazione di sè. E' soddisfazione, equilibrio, speranza.
L'arancione è il colore della vivacità e della serenità.
Il viola è il colore della razionalità e del dominio sulle passioni.
Il bianco è il colore del silenzio, della tranquillità.
Il nero è il colore della paura e della rinuncia. E' riservatezza, pudore, ansia.

Il disegno, dunque, è una porta aperta al mondo del bambino. E' la rivelazione della sua indole profonda e autentica, e quindi una miniera d'informazioni sulla sua struttura psicologica e sul suo carattere.
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Ancora una giornata coperta di neve

Anche oggi sarà difficile, molto difficile, essere in Casa Editrice per lavorare al nostro ultimo ANORESSIA RABBIOSA di Luciano Peirone ed Elena Gerardi, due validi psicoterapeuti da anni impegnati sul fronte dei disordini alimentari.

La neve, ma sopratutto il ghiaccio, rendono difficile la circolazione automobilistica e il raggiungimento della Sede.

Strano per una Casa Editrice che lavora .... quasi sulla spiaggia!

Ma quest'anno sembra funzionare così: neve al mare e sole in montagna. Pazienza!

Ci rifaremo da casa e dai telefonini...

Intanto a tutti buona giornata e buon lavoro!


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Redazione

Anoressia Rabbiosa

Disponibile da oggi nelle librerie italiane il nuovo volume di Luciano Peirone ed Elena Gerardi "ANORESSIA RABBIOSA. La ribellione muta e i sentimenti repressi".

Anoressia Rabbiosa
Anoressia Rabbiosa


Edizioni Psiconline affronta ancora una volta uno dei temi più scottanti dell'analisi psicologica e al tempo stesso una delle emergenze della società contemporanea.

Nel libro i due autori condividono la propria esperienza professionale e le conoscenze didattiche della tematica, affrontando un aspetto forse troppo spesso dimenticato. La Rabbia nell'anoressico, infatti, è forse alla base dell'insuccesso di molte terapie. Quella calma apparente di chi rifiuta il cibo non deve trarre in inganno. Nelle 240 pagine del saggio ci sono tante informazioni, indirizzi terapeutici e quant'altro possa incuriosire sulla materia.

Non perdetelo!
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Redazione

Googolando...

Stamane abbiamo deciso di farci una "googolata" e vedere in giro quanta gente parla, in un modo o nell'altro, della nostra Casa Editrice e, guarda un pò, abbiamo trovato 5050 risultati, dai più ovvi  ai più sorprendenti.

Il logo di GoogleIn ogni caso, la rete parla di noi e ne parla davvero bene. Questo non può non farci che piacere ed aiutarci nel quotidiano lavoro di ricerca di cultura psicologica da diffondere sia fra i professionisti che fra coloro che si interessano di psicologia e psicoterapia dalla parte di chi ne ha necessità o interesse.

Abbiamo trovato i blog di alcuni nostri autori e man mano li inseriremo on line linkandoli al nostro e lo stesso faremo con quelli che parlano di noi. Abbiamo iniziato con il blog di Emanuela Zerbinatti e man mano ne aggiungeremo altri.

Visitateli, se vi va e poi fateci sapere ccosa ne pensate.

Da parte nostra googoleremo più spesso e vi terremo aggiornati man mano.

Buona domenica!
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Redazione

E ora parliamo di anoressia!

Chiuso il capitolo Fiera di Roma (e in modo decisamente brillante) passiamo adesso alla novità del 16 dicembre prossimo: "ANORESSIA RABBIOSA. La ribellione muta e i sentimenti repressi" di Luciano Peirone e Elena Gerardi.

Anoressia Rabbiosa



dalla quarta di copertina
La distorta immagine di sé; l’ossessivo autocontrollo sul corpo, sul suo peso, sul cibo da (non) inghiottire ed eventualmente vomitare; i vissuti ansioso-depressivi, i conflitti interpersonali, i disturbi sessuali e della vita affettiva in generale, il cattivo uso dell’intelligenza, la patologica strumentalizzazione della precisione e di certi ideali di irrealistico perfezionismo.
Ecco, in sintesi, l’essenziale quadro di riferimento della anoressia, un autentico paradosso per la “abbondante” civiltà occidentale.
Ma c’è dell’altro: il lato più oscuro del rifiuto del cibo. Sottile, quasi invisibile, accanto e dietro al sintomo fisico si muove una ridda di pensieri e soprattutto di fantasmi inconsci, imbevuti di immaturità e insicurezza,dipendenza e invidia, menzogna e manipolazione, ribellione e cattiveria.
“TOGLIETE IL MIO POSTO A TAVOLA!” è il comando (al tempo stesso supplichevole e patetico, gelido e ricattatorio) che ben esemplifica il desiderio di controllo sul cibo e sull’ambiente familiare-relazionale, nonché i sentimenti negativi, a lungo covati e tenuti celati, che talvolta esplodono in una “cascata di rabbia”, finalmente visibile, la quale mette a nudo il “cuore” (se così, paradossalmente, si può dire...) del dimagrimento assurto a “religione personale”.

Emerge in tal modo un particolare quadro della personalità del soggetto anoressico, il quale è perennemente in lotta: prigioniero di una muta e inconcludente rivolta nei confronti del mondo, oppresso da una aggressività repressa ed inespressa, incapace di aprire il corpo e l’anima ai giusti e salutari sentimenti, portatore di un corpo che tende al “virtuale” e ad una progressiva esagerata “mentalizzazione”.
Fredda, dura, paranoide: questa è la sintesi della anoressia rabbiosa.
Per l’anoressico che cerca di guarire, ci vuole un cuore che torni ad amare. In fondo, la malattia conclamata e anche il più sfumato disagio consistono in una “cattiva, o mal posta, fame d’amore”. Per contrastare la fredda ossessività di una rabbia trattenuta, occorre riscaldare e sciogliere il “sofferente cuore di ghiaccio che non ha più fame”.

Non il solito libro sull’anoressia.
Un originale testo che mette a punto la sofferenza non riconosciuta, i cattivi sentimenti e le difficoltà della terapia.



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